Tracciato il Milan senza Balotelli, Inzaghi non si oppone al sacrificio

La cessione di Mario Balotelli non è più un azzardo, ma una giusta deduzione di mercato. E’ doveroso ammetterlo di fronte alle incessanti voci che lo vogliono lontano dal Milan, ribadite a più riprese da troppo tempo, come scritto stamane da Tuttosport, e mai smentite da mesi con fermezza dalla società.

Sembra essere un peso fin dall’inzio per Silvio Berlusconi, il “mandante” del suo addio, il Presidente che non lega con il bomber della squadra fa quasi ridere ma basta per dipingere un controsenso (quasi) irrisolvibile. Dalla “mela marcia” ai banali consigli tattici, storie di un feeling mai nato e di una decisione ormai presa. L’anno prossimo, salvo colpi di scena, SuperMario non sarà più un giocatore del Milan: probabile un ritorno in Premier. Ieri sera, nella cena di Arcore, sono state pianificate le linee guida per il futuro: Inzaghi in panchina, spogliatoio italiano, giovani da valorizzare e squadra senza Balotelli. In sostanza è stato deciso questo, ma solo dopo il Mondiale si entrerà nel vivo della vicenda. Inzaghi non si opporrà al divorzio, ma chiede un rinforzo adeguato: l’idea di cedere il numero 45 ed accontentarsi di Pazzini, Matri e Paloschi, per esempio, non può bastare né piacere, non è da Milan. Di sicuro Balotelli andrà via per una cifra non inferiore ai 20 milioni di euro, senza tutto questo denaro l’attaccante rimarrà (ma in che stato?).

Se l’intenzione è quella di privarsi di Balotelli, la dirigenza dovrà comunque preparare presto un piano B. Negredo può essere il nome giusto, ma sarà difficilissimo strapparlo al Manchester City. E allora spazio alle sorprese. Via Balotelli per finanziare il mercato in entrata, i dubbi che la strategia si riveli sbagliata sono infiniti.

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