Clarence Seedorf e il Milan, legali al lavoro. Ma le frenesie non coincidono. Ovvia quella della società, pronta a issare il vessillo di Pippo Inzaghi. Calma (quasi) piatta, dicono, dalle parti dell’olandese: è a Milano, non spende parole in attesa di comunicazioni dirette e ufficiali, ha la forza di un contratto che scade il 30 giugno 2016 a 2,5 milioni di euro (netti) a stagione. E avverte quel senso di “tradimento” intorno al quale vuole indugiare e capire e guardarsi attorno.
Le mosse dei legali, che discutono i tempi e i modi della separazione e dei 10 milioni in gioco, sono solo una parte del problema. Perché c’è anche la parte del cuore e dei rapporti e di quello che è stato Seedorf per dieci anni protagonista del Milan che ha vinto tutto, e lo scorso gennaio è stato rincorso, voluto e accolto come il messia. Occorre tenere conto di tutto.
E chi pensa, lo pensano un po’ tutti, che all’olandese non manchino offerte di lavoro, ravvicinate, per chiudere i conti col Milan e aprirne di nuovi, beh, teniamo conto di quello che ha dentro se stesso Seedorf: in chiave milanista e milanese e italiana. E di come abbia detto no, in queste ore, a una proposta del Galatasaray. Non è il momento. C’è la questione-Milan da risolvere: e non è solo un contratto di lavoro. (Fonte: Sportmediaset)