La cena di Arcore di ieri sera ha praticamente sancito l’addio definitivo di Clarence Seedorf da allenatore del Milan. Al suo posto, alla fine, dopo vari tentativi, più o meno veritieri, per Unai Emery e Roberto Donadoni, dovrebbe sedersi Filippo Inzaghi.
Super Pippo è il nome che Galliani ha sponsorizzato più di tutti ed è quello che alla fine Berlusconi avrebbe scelto. Anche per motivi economici, perché Seedorf andrà pagato anche l’anno prossimo e Inzaghi rappresenta la scelta meno dolorosa per quanto riguarda il portafoglio. Non ha bisogno di presentazioni l’ex numero 9 rossonero che, dopo due anni anni nella giovanili, allievi prima e primavera quest’anno, vedrà esaudito il suo sogno di guidare la prima squadra. Una scelta che appare azzardata e che sembra molto simile a quella di Seedorf: una scleta fatta con il cuore più che con la testa, con la speranza che poi non ci si penti dopo due mesi come con l’olandese.
Se davvero sarà Pippo allora bisogna proteggerlo e dargli fiducia incondizionata, concedendogli anche qualche errore perché anche lui ha ancora molto da imparare anche perchè l’inesperienza a questi livelli può essere decisiva. La maggior parte dei tifosi era ed è dalla parte di Seedorf, perché hanno visto in lui una voglia di rinnovare e perchè con il poco materiale a disposizione ha fatto il massimo che poteva. Saranno delusi dal suo esonero ma è anche vero che con la scelta di Inzaghi la società riceverà molte meno critiche se non altro perché eleggerà come nuovo tecnico un’altra leggenda del recente passato che nutre ancora di un affetto incredibile. Ok quindi Seedorf ma quando i tifosi vedranno Pippo sedersi in panchina non potranno che applaudire: nessuno fischierà l’eroe di Atene e di mille altre battaglie europee.
L’auspicio è che la scelta, se Pippo sarà, sia stata fatta con la consapevolezza e con la giusta voglia di portare avanti un progetto a lungo termine. Bruciare anche lui sarebbe disastroso sotto tutti i punti di vista. E se così dovesse essere, con eterni ringraziamenti a Clarence che esce da questa situazione da vincitore e con la testa alta, San Siro tornerà ad osannare il suo Re, l’ultimo che ha fatto piangere di gioia tutto il popolo rossonero.