Carico, motivato e (assicura lui) più maturo. Stephan El Shaarawy è pronto a riprendersi il Milan. Non solo. Anche la Nazionale è nel mirino del Faraone che in un’intervista alla Gazzetta dello Sport parla con la consapevolezza delle difficoltà a raggiungere il Mondiale: “So bene che sarà difficile salire su quell’aereo, perchè ho pochissimo tempo a disposizione. Ma ho un obiettivo ben chiaro in testa: fare bene col Milan e tornare in Nazionale. Voglio dimostrare a tutti, anche a Prandelli, che sto bene. Voglio fare tutto il possibile. Prandelli sa come sono e quello che posso dare. La chiamata per lo stage a Coverciano di due settimane fa mi ha fatto un piacere enorme. La prima parola appena mi ha visto è stata “Bentornato”. Sembra un’ovvietà, ma per me ha avuto un grande significato. In quei giorni mi ha trasmesso tutta la sua stima. Di base ho sempre creduto di poter tornare, ho avuto momenti di sconforto ma non mi sono mai abbattuto del tutto. Diciamo che la cresta è sempre rimasta piuttosto alta”.
E ancora: “Non nego che stare lontano dal campo mi ha fatto stare molto male. Ho sofferto, è stata una bella batosta. Ora sono molto più sereno e soprattutto carico di voglia. Il piede è guarito, posso muoverlo come voglio, ora manca solo mettere minuti nelle gambe. Stare rinchiuso in casa con gesso e tutore, senza potermi muovere, è stata una sofferenza. Avevo anche dolori fortissimi. Il giorno più brutto è stato quello di Milan-Ajax, quando c’è stata la ricaduta. Mi sono reso conto del disastro dopo un tiro, quando ho riappoggiato il piede e ho sentito una fitta. Da lì è ripreso il calvario“. Proprio sul recupero: “Il mio cammino è semplice: primi due mesi di stop, la terapia conservativa non ha funzionato e così ne ho persi altri quattro che, detto senza polemica, operandomi prima non avrei perso. Ma sul mio conto se ne sono dette di tutti i colori. Anche cose cattive, che mi hanno ferito. Forse è l’altra faccia della popolarità: non si può piacere a tutti. Oggi sono più motivato e maturo. Questa storia mi ha aiutato a capirmi di più. La cosa che mi ha spinto a non mollare è stato il desiderio di tornare protagonista in questa squadra e tornare a far sognare la gente”.
Sull’impiego nella Primavera di Pippo Inzaghi: “Parlandoci ho scoperto che alla mia età aveva avuto lo stesso problema. Si è operato e direi che, vista la carriera, gli ha portato bene… La Primavera è stata basilare per recuperare la condizione atletica”.
Infine, ringraziamenti a Mario Balotelli (“Lui e Perin mi sono stati vicini. Mario andrebbe lasciato in pace, è un ragazzo bravo e istintivo, un giocatore straordinario“) e a Clarence Seedorf (“Ha bisogno di tempo e ha ricevuto critiche esagerate. Da giocatore mi ha insegnato molto, e adesso mi sta gestendo in maniera ottima. Mi ha fatto da motivatore, dicendomi che la qualità non me la toglierà mai nessuno“). E sul futuro: “Sapete come la penso…” (Milan a vita, ndr).