Ricky Kakà è stato intervistato in esclusiva da “Tiki Taka”, su Italia 1. Queste le sue dichiarazioni.
Su Seedorf: “Seedorf sta iniziando una carriera diversa, ma non lo vedo diverso rispetto a quando giocava. E’ una nuova esperienza, deve ancora imparare e farsi le ossa: da allenatore devi pensare ha molte più teste. Seedorf è molto intelligente, imparerà in fretta. Sono contentissimo di poter essere allenato da lui, un mio ex compagno: con i tempi giusti, potrà fare molto bene”.
Sullo spogliatoio: “Lo spogliatoio è bello unito, non c’è nessun problema. Se ci sono italiani che stanno a stretto contatto è giusto, ma perchè vanno più d’accordo e non perché c’è un problema. Anche io mi trovo meglio con Robinho rispetto ad altri, ma è una cosa che succede in tutti gli spogliatoi del mondo. Questo non lo può smentire nessuno”.
Su Balotelli: “E’ un grandissimo giocatore, ma deve vincere di più e fare più cose da protagonista: allora sì che sarebbe un campione. Rimane un grandissimo talento, sono felice di averlo con me al Milan perché è decisivo. Ogni tanto perde la testa, ma se si prende le sue responsabilità può fare bene nel calcio, italiano ed internazionale”.
Sulla Serie A: “E’ difficile colmare il gap con Juventus e Roma, serve un progetto preciso: puntare a vincere il campionato e fare la Champions nel 2016. E’ necessaria più chiarezza rispetto ad adesso”.
Sulla stagione ed il futuro: “Il bilancio personale è molto bello, ma non è stato sufficiente nel contesto generale. Personalmente sono soddisfatto, il prossimo anno se Dio vuole potrò fare anche meglio. Io prossimo Capitano? Ho voglia di rimanere, ma mancano ancora delle condizioni. Non voglio far soffire i tifosi, possono stare tranquilli: non giocherò con i sentimenti, peserà anche l’aspetto personale e la famiglia. Spero di rimanere”.
Infine: “Sono dell’idea che il Milan sia sempre stata una squadra competitiva, in cui tutti hanno la voglia di competizioni internazionali. Quest’anno non sarà la Champions, gli obiettivi devono essere più alti, ma per questa stagione va bene così. Non è il massimo né per me né per la società giocare in Europa League, ma è una situazioni da vivere. Adesso poi arriva anche un derby speciale da giocare. I derby sono la cosa più emozionante, poi è normale che tutti i gol sono importanti, quelli in Champions League lo sono ancora di più e quelli contro l’Inter nel 2005 in Coppa sono stati il massimo. Non so perché i tifosi mi amino così tanto, logico che il risultato sia la cosa principale ma c’è un’unione di cose. È reciproco il sentimento, gli appassionati vedono che io provo le stesse sensazioni che provano loro per la maglia rossonera. Balconi storici? Sono tutti balconi con esperienze ed emozioni diverse: quello del pallone d’oro nel 2007 è incredibile, davanti alla Piazza del Duomo piena, tutta rossonera, quello del 2009 tra i sentimenti di partenza e quelli della permanenza è stato bello e quello del rientro di quest’anno, in Via Turati, è stato emozionante“.