“Chi si scusa, si accusa”. In realtà, Clarence Seedorf non si è scusato di qualcosa in particolare. E poi di che cosa dovrebbe scusarsi? Di aver fatto comunque meglio di chi lo aveva preceduto? Per carità, l’umiltà non è mai stata una dote dell’olandese, nè da calciatore, nè in questi primi mesi da allenatore. Ma non c’è nulla di grave per cui debba presentare scuse formali al Milan e ai suoi tifosi. Tuttavia, l’intervista non autorizzata concessa domenica a Sky Sport è suonata come un estremo tentativo di difendere il proprio operato in una situazione che se appare compromessa dall’esterno non può essere che peggio per chi la vive dall’interno. E così quelle dichiarazioni fanno quasi il gioco di una società che non crede più nel proprio allenatore. Tanto che lo stesso Adriano Galliani ne ha sottolineato il mancato ok, pur ammettendo che non ci fosse nulla di grave.
Facciamo un passo indietro. Allegri era il tecnico difeso strenuamente da Galliani. Anche nelle situazioni più difficili e dopo uscite a dir poco antipatiche del presidente Berlusconi, l’ad milanista ha rinnovato sempre la fiducia all’allenatore toscano. Quando contro il Sassuolo diventò troppo evidente l’impossibilità di proseguire il rapporto, Galliani andò a salutare Allegri con un pranzo a Milanello al termine del quale il dispiacere del manager rossonero era evidente al pari di una sconfitta in finale di Champions League. Arriva Seedorf, una prima donna, e Galliani in questo caso “obbedisce” al diktat della famiglia. Ma l’olandese non si presenta in punta di piedi. Chiede giocatori, prende iniziative personali, avanza richieste sullo staff, si fa seguire da un proprio team di collaboratori. Robe poco da Milan, poco da Galliani. Arrivano i risultati negativi, i malumori nello spogliatoi, le frasi avventate con la Curva Sud. E Seedorf va sulla graticola. Tanto basta da preparare dossier per trovare le giuste cause di un licenziamento. Poi il Milan vince, ingrana la quinta e mette in fila proprio cinque vittorie consecutive. L’olandese, però, è già un uomo solo. Roma è solo la tappa di un viaggio di ritorno alla realtà.
E così per tentare di anticipare una decisione clamorosa come l’esonero (era nell’aria domenica pomeriggio), Seedorf parla a Sky Sport e mostra un lato più umile pur mettendo sul piatto argomenti mai trapelati fino a quel momento. “Non voglio il posto di Galliani”, ha detto l’olandese. E c’è da chiedere chi l’abbia mai pensato. Ecco allora l’excusatio non petita che fa emergere l’accusatio manifesta. E’ lecito pensare che l’allenatore nei mesi scorsi abbia messo troppi carri davanti ai buoi (Galliani) prevaricando forse gerarchie consolidate e pensando di avere le spalle coperte, copertissime. Salvo poi ritrovarsi fuori da tutto (non solo per colpa sua) e in solitudine.
La morale? Galliani avrà imparato qualcosa da Berlusconi… Proprio come il Cavaliere, ha sette vite. Mai dare per finito anche quel che sembra sul viale del tramonto… E stavolta è Galliani ad avere le spalle coperte, copertissime da un “silenzio tombale”.