Insieme nei momenti migliori, così come in quelli bui, a maggior ragione durante le risalite che hanno tutto il sapore di una rivincita per il popolo rossonero. A condividere ancora una volta con noi il suo pensiero rossonero è il tifoso per eccellenza, Tiziano Crudeli.
Entriamo subito nel vivo. Quello che ultimamente colpisce (negativamente) i tifosi è questo continuo cambio di rotta della società. Prima Allegri, quindi voci cominciano a parlare di Filippo Inzaghi, infine l’arrivo di Clarence che sembrerebbe spostare Galliani sempre più lontano da tutto ciò che ha rappresentato per quasi 30 anni. Ad oggi, pensa che quello fra l’allenatore Clarence Seedorf e l’amministratore delegato Adriano Galliani sia un rapporto disteso, di chiara collaborazione?
“Difficile parlare di qualcosa che con ogni probabilità non risulta chiaro nemmeno ai diretti interessati. La questione è che al Milan manca un leader, qualcuno che continui a credere in quello che fa ma soprattutto nelle potenzialità di un club come quello rossonero. Non voglio entrare in ambiti che non mi riguardano, ma Seedorf sta portando dei risultati ed è esattamente quello che vuole la società: risultati. Che poi l’olandese si trovi sempre sul patibolo, è semplicemente la diretta conseguenza di un periodo tutt altro che felice. Un allenatore non è una divinità, difficile parlare di miracoli quando mancano concentrazione, fiducia e qualità. Quello che penso è che sicuramente, nonostante quello che leggiamo e sentiamo ogni giorno, esiste collaborazione all’interno della società”.
La stampa allerta il suo fedele pubblico quotidianamente con titoloni ben poco incoraggianti a proposito del futuro di Seedorf al Milan. Cosa pensa succederà, l’olandese è davvero verso un addio?
“C’è una sola certezza: qualcosa va fatto e va fatto prima dell’inizio della prossima stagione. Ora, io non so dire se il progetto milanista comprenda ancora o meno Clarence Seedorf. Come non so dire se lui stesso deciderà di continuare con questa sfida. Quello che posso dire è che saranno mesi delicatissimi e tutto, come sempre, si deciderà negli ultimissimi giorni. Per ora l’olandese sta facendo un buon lavoro. Le scelte possono essere più o meno discutibili ma è anche vero che il Milan, finalmente, è tornato a guadagnare punti, in questo caso punti che hanno salvato il club da una delle stagioni più disastrose degli ultimi anni”.
Domanda d’obbligo. Si avvicina il calciomercato estivo. Se fosse chiamato a ri-costruire la rosa, chi terrebbe e chi, invece, non è utile alla causa rossonera?
“Se fosse per me azzererei tutto e ricomincerei dall’inizio. In una squadra che ha bisogno di crescere e di riacquisire fiducia non c’è bisogno di nessuna prima donna, tanto per cominciare. Si chiama squadra e in quanto tale deve essere formata e mandata in campo. Screzi, visioni differenti di gioco, qualunque cosa non sia di supporto alla squadra deve essere semplicemente abolita. Il Milan ha ancora tante lacunee, mancano giocatori che sappiano guidare i compagni, manca una boccata d’aria fresca. Penso che nonostante il cuore pianga, c’è bisogno di un rinnovo alla base. Giovani che non pretendano ingaggi stratosferici, pronti a dare alla maglia l’impegno che si merita. Ma io non sono un allenatore…”.
Europa League. E’ fra i sostenitori dell’Europa o reputerebbe invece più opportuno che il Milan ripartisse davvero da zero e si concentrasse passo dopo passo sul campionato di Serie A?
“L’Europa è importante, soprattutto per le casse rossonere che come sappiamo sono in netta perdita. E’ anche vero che per competere, si tratti anche di Europa League, ci vuole almeno un buon spirito di squadra. Bisogna crederci, i ruoli devono essere definiti, la concentrazione impeccabile. Non sono sicuro che il Milan, mentre tenta di rinascere dalle ceneri abbia forza e concentrazione per impegnarsi concretamente in due fronti che richiedono infinite energie. Insomma, io vorrei vederli in Europa, ma forse sarebbe meglio che si ripartisse dalla Serie A”.