Lazio-Milan: l’analisi tattica

Il Milan esce dallo stadio Olimpico di Roma con un pareggio che mantiene invariata la distanza dalla zona rossa della classifica. I rossoneri hanno messo in scena una prestazione da rivedere sotto svariati aspetti, tanto da aver rischiato a più riprese di subire gol in contropiede e da non aver concretizzato le occasioni a disposizione, ma sono riusciti a limitare i danni – la Lazio ha disputato una prova al di sotto delle aspettative – e a interrompere una striscia di sconfitte che durava da tre turni di campionato.

COSA HA FUNZIONATO – I centrali di centrocampo, De Jong ed Essien, sono stati autori di una grande performance: hanno recuperato una marea di palloni e si sono aggiudicati contrasti su contrasti. Hanno assicurato interdizione in mediana e hanno protetto al meglio la coppia centrale che, in questo modo, ha incontrato meno difficoltà rispetto al previsto. I midfielders rossoneri, rimanendo bloccati, sono riusciti a sventare molte pericolose azioni di rimessa e hanno fatto il possibile per diminuire la distanza tra i reparti e garantire compattezza e solidità. Se il Milan non ha sbandato, è stato senz’altro merito loro. Pedine di fondamentale importanza. E poi c’è Kakà. Quel Kakà che fa il possibile per dare un senso alle trame rossonere, che corre finché può, che si sforza di svolgere la fase difensiva, che ogni tanto ha ancora il guizzo dei vecchi tempi e che sa trovare lo spunto vincente. Già, contro la Lazio, Ricky ha tolto di nuovo le castagne dal fuoco. Utile in entrambe le fasi, per visione di gioco e qualità, il nostro numero 22 è stato il migliore dei nostri.

COSA NON HA FUNZIONATO I ribaltamenti di fronte di cui la Lazio ha potuto usufruire gridano vendetta. Per cercare di interpretare al meglio il modulo imposto da Seedorf, Honda e Poli non hanno effettuato nessun ripiegamento, concedendo ai biancocelesti superiorità numerica sulle corsie laterali. Di conseguenza, in quanto privi di rinforzi, De Sciglio e Constant sono stati puntati con regolarità e costretti a patire le pene dell’inferno. I due terzini rossoneri sono stati in parte aiutati soltanto da Essien e De Jong che, malgrado abbiano agito in prevalenza nella zona nevralgica del terreno di gioco, hanno tappato anche qualche falla proveniente dalle vie laterali. Ma non è bastato per evitare la rete del pareggio. Inoltre, specie sul lungo andare ma in sostanza per l’intero arco di gara, i rossoneri si sono alzati con poco criterio e hanno concesso troppe azioni di rimessa. I cambi effettuati da Seedorf hanno peggiorato la situazione: Muntari, che avrebbe potuto blindare il centrocampo rimanendo basso, si è proposto in avanti in maniera esagerata e la Lazio ha continuato a usufruire di praterie tra le linee e sugli esterni. Scampato pericolo.

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