Alla fine di maggio si era sbilanciato parecchio, lasciando intendere di aver parlato di mercato con Adriano Galliani “e anche più in su”. E proseguendo nel discorso aveva citato Marek Hamsik e Javier Pastore come obiettivi rossoneri. Ora, ad una settimana dalla chiusura delle trattative, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, noto tifoso milanista, non nasconde il suo rammarico per il mancato arrivo dello slovacco o dell’argentino, riservando un’accoglienza fin troppo tiepida ad Alberto Aquilani. “E’ l’ultimo uomo rimasto a disposizione sul mercato e quindi guai a non prenderlo. Certo, la speranza di inizio estate era di un livello più alto. Quando la società ha ceduto Pirlo in fretta e furia eravamo convinti che avesse già in tasca il contratto con un giocatore di primissima fascia come Hamsik o Fabregas: tutta neve scomparsa al sole. Adesso è rimasto Aquilani e noi abbiamo bisogno comunque di un uomo in quella posizione”.
Pur essendo un grande estimatore di Kakà, Formigoni si mostra piuttosto scettico di fronte all’ipotesi di un ritorno del brasiliano: “Sento dire che vorrebbe mantenere il proprio ingaggio di 10 milioni di euro all’anno e francamente questo Kakà non li vale, posto che il Milan li abbia da spendere e non mi sembra”. Dunque, porte chiuse? “Se ci facessero un fortissimo sconto e Kakà si dimostrasse in forma, cosa che a Madrid non mi sembrava capitasse spesso, l’affare si potrebbe fare. Insomma, deve dimezzarsi l’ingaggio e le visite mediche devono dire che è tornato in piena efficienza”.
E’ andato a segno, invece, uno degli auspici espressi dal presidente lombardo durante la premiazione dei Campioni d’Italia lo scorso 17 maggio al Pirellone. A proposito dei rinnovi, Formigoni aveva auspicato un atteggiamento di attaccamento alla maglia da parte di alcuni giocatori. “Spero che ci sia accordo con Seedorf e Gattuso”, aveva detto il governatore, accontentato, come tutta la tifoseria rossonera, pochi giorni dopo quell’esternazione.
Piermaurizio Di Rienzo