Era passato quasi un mese dall’ultima gara di Mexes con il Milan, dal match contro il Napoli nel quale, nonostante indossasse la fascia da capitano, l’ex romanista si rese protagonista di una prestazione imbarazzante. Da allora il francese, nonostante le assenze di Zapata e di Bonera (in due occasioni), non aveva più messo piede in campo e quando era mancato l’ex Brescia gli era stato addirittura preferito Cristian Zaccardo, passato in pochissimo tempo da cedibilissimo ad elemento importante.
Sabato, contro l’Udinese, Seedorf complice anche l’assenza di Rami, ha deciso di regalargli un’altra occasione. La chance però non è stata sfruttata neanche questa volta. Ormai è quasi matematico: quando il francese è in campo, gli attaccanti avversari fanno quel che vogliono. Da Higuain e Di Natale il risultato non cambia, Philippe continua a far esprimere al massimo il suo diretto avversario e le insufficienze fioccano come le sconfitte del Diavolo, con lui in campo. Delle cinque sconfitte subite da quando il tecnico olandese si è insediato sulla panchina milanista, tre sono arrivate con Mexes in campo.
Arrivato per essere la stampella e poi il sostituto di Nesta e finito ad essere il quinto centrale del Milan dopo tre stagioni in cui non ha mai convinto. In estate non basterà nel suo curriculum l’aver aiutato ad integrare gli ottimi Rami e Taarabt per rimanere al Milan, pronto a cederlo a prezzo di saldo. Sarà però difficile trovare un compratore disposto a versargli almeno buona parte dei 4 milioni che percepisce dai rossoneri. Una speranza è il Monaco, squadra senza problemi di liquidità e che il prossimo anno dovrà ricostruire o quasi la batteria di centrali.
In caso non arrivassero offerte la strada più facilmente percorribile è quella di far arrivare Mexes alla scadenza del contratto con il Milan a giugno 2015 e liberarsene. Improbabile infatti che il Milan offra una spalmatura come avvenuto per Robinho vista l’età del difenore, 32 anni, e considerato che comunque avrebbe un ingaggio superiore rispetto al suo ruolo in squadra. Un’avventura che, quindi, sembra arrivata al capolinea per una delle più scottanti scommesse (a parametro zero) perse dall’entourage di Adriano Galliani.