Dal suo arrivo sulla panchina del Milan Clarence Seedorf e il suo modulo sono stati messi sotto stretta osservazione. Si voleva un cambiamento, una nuova mentalità e una squadra che avesse un atteggiamento in campo degno dei colori rappresentati sulle maglie e il tecnico olandese ha fatto molto da questo punto di vista. Come ha ripetuto più volte tuttavia ci sono ancora tanti aspetti da migliorare. Se la rivoluzione in difesa sta già dando risultati, con la metà dei gol subiti nelle stesse gare del girone d’andata, c’è molto da lavorare sulla fase realizzativa.
Nonostante il modulo faccia supporre uno sbilanciamento dei fronti, con troppi giocatori schierati in fase di attacco rispetto a quelli impiegati in difesa, i rossoneri hanno dimostrato di avere ancora problemi a concretizzare le occasioni create. Nella prima metà di campionato, con ancora Allegri in panchina, il Milan aveva fatto affidamento alle giocate della propria mediana per sopperire al periodo di siccità del reparto offensivo. Poli, Montolivo, Muntari tendevano a spingersi oltre la trequarti e non limitarsi a creare gioco, ma anche a concludere le azioni. Le ultime reti segnate dal centrocampo rossonero risalgono ai tempi dell’allenatore livornese. Sassuolo-Milan, gol del 3-4 di Montolivo e ancora prima Cristante contro l’Atalanta. Con il 4-2-3-1 impostato da Seedorf invece i centrocampisti sono molto più votati al sacrificio, il lavoro di copertura è raddoppiato e le azioni si impostano per riuscire a smarcare l’unica punta o al massimo uno dei trequartisti. Un esempio pratico sono le statistiche di Riccardo Montolivo, che è passato ad avere una media partita di 10-11 palloni recuperati a 22, compito che prima sembrava svolgere quasi in esclusiva De Jong, e l’aumento del numero di passaggi riusciti, in media oltre i 50.
Guardando ancora ai numeri, degli 8 gol segnati fin’ora 3 sono di Balotelli (uno su rigore), 2 di Taarabt, 2 di Rami e uno di Pazzini. L’attitudine del centrale francese a giocare più alto rispetto al suo ruolo è diventato un punto di forza e in caso di palle inattive la sua stazza può risultare utile. La salita di un difensore tuttavia implica che qualcuno resti indietro a dare supporto alla difesa che in quel momento è sbilanciata. Il centrocampo rossonero ha molto di cui occuparsi e farsi carico e i giocatori che ne occupano le posizioni hanno il doppio del lavoro rispetto a prima, di sicuro con questo modulo il gol non è una priorità.