Seedorf, l’apparenza inganna

Chiarezza, non polemica. Seedorf, nella conferenza post-Bologna di San Siro, ha manifestato stupore ma anche delusione contro chi si nelle scorse ore si è permesso di mettere già in discussione la sua posizione in panchina ed il rapporto con Silvio Berlusconi. Voci che hanno costretto il presidente del Milan ad una nota di smentita ufficiale, così come hanno fatto a voce sia Galliani che lo stesso Clarence. In società la stima verso l’olandese è piena, soprattutto pressoché immutata rispetto all’inizio. Questa è la verità.

Com’è reale che sul campo, a livello di numeri, il Milan di Seedorf stia dando risposte di rilievo. In campionato, dopo la sofferta vittoria di ieri, sono stati conquistati 10 punti (su 15) in 5 incontri. Una media da Champions, il doppio di quello che Allegri, per esempio, aveva raccolto quest’anno nelle prime 5 gare del girone di andata (contro le stesse avversarie). Sempre a livello di statistiche, 7 di questi 10 punti sono stati raggiunti dall’80’ in poi (Verona, Cagliari e appunto Bologna). Tutto questo con enorme fatica, grazie quasi solo a Balotelli (la potenza del tiro che ha infilato Curci ha sfiorato i 100 km/h) e con immensa buona sorte. Da non confondere con la casualità.

La squadra si impegna ma corre poco, specie in attacco. Quello che davvero manca, dopo quasi un mese dall’arrivo di Seedorf, è un minimo di miglioramento nel gioco, che con o senza Allegri è rimasto lento e prevedibile. Noioso. Non si può pretendere tutto e subito, ma le idee di Seedorf, che si sposano alla perfezione con il pensiero di Berlusconi, sono vincenti ma ancora difficili da valorizzare. Fiducia sì, ma anche qualche fatto in più: questo non è ancora il vero Milan. Aspettando l’Atletico Madrid.

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