Lo strano caso di Gabriel: prima acclamato dai tifosi, poi relegato alla tribuna. Adesso Galliani punta al prestito

Che il calcio sia una scienza inesatta che neanche uno scienziato possa decifrare, su questo nessuno ha dubbi. Ma che non ci sia neanche una logica dietro a trattative messe in piedi solamente pochi mesi fa, questa cosa, al Milan, non è ammessa. E’ lo strano caso di Gabriel, portiere 21enne rossonero che in questi primi quattro mesi di stagione ha vissuto una serie di particolari stati d’animo che rischiano di averlo bruciato prima del previsto, prima che potesse mettere in mostra tutto il suo talento.

Inizia tutto in estate. Gabriel è sul mercato alla ricerca di un prestito, magari anche in Italia, per poter giocare e affermarsi. Nell’Audi Cup, nella sfida contro il Manchester City, però, si infortuna a una spalla e questo blocca il suo trasferimento. Rimane a Milanello a curarsi, fino a quando ad ottobre torna a disposizione di Allegri che lo manda in campo con personalità: l’esordio contro l’Udinese a San Siro, con vittoria della squadra, è una grossa iniezione di fiducia. Il pubblico incomincia ad acclamarlo e Allegri lo schiera spesso alternandolo con Abbiati. Poi qualche insicurezza tra i pali (punizione di Parolo da 25 metri a Parma, ndr) e la partita contro la Roma in casa (rigore su Gervinho, ndr) fanno scendere sotto zero le sue quotazioni. Infine, adesso, Galliani è in Brasile per trovargli una sistemazione immediata.

L’anno scorso, quando Gabriel ha avuto la possibilità di giocare con continuità con la Primavera, ha messo in mostra tutto il suo talento. Adesso senza la fiducia dell’ambiente tornare tra i pali con la maglia rossonera sarà impossibile, ed è per questo che Galliani è in Brasile anche per trovare una squadra pronta ad accoglierlo. Ma i Mondiali, in questa maniera, Gabriel se li vedrà dalla poltrona. Un vero peccato.

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