La Roma è a meno cinque dalla Juve, il Milan è a più cinque da un posto retrocessione. Se qualcuno fosse partito per qualche posto lontano ad agosto e non avesse avuto la possibilità di informarsi, molto probabilmente non ci crederebbe. Ed invece questa è la dura realtà dei fatti. Il Milan berlusconiano non era mai stato così disastrato e devastato dai numeri negativi. Nei peggiori ricordi si arriva ad un -14 punti dalla prima (’97-98 dalla Juventus, l’anno del ritorno di Capello), ma qui siamo già a -27 ed è un freddo da far male.
Altro numero inquietante è legato alle vittorie ottenute dai rossoneri nelle prime diciassette giornate. Solo quattro contro Cagliari, Sampdoria, Udinese e Catania (quest’ultima, l’unica fuori casa) e sono il segnale dell’impotenza e dell’incapacità del tecnico di trovare una soluzione ai problemi. Le reti subite più ancora di quelle dell’anno passato, poi, rispecchiano alla grande uno dei grossi problemi del Diavolo: ben 26 (quattro in più rispetto alla passata stagione), circa una e mezza a partita.
Tanto per non fraintendersi: l’ultima volta che il Milan si ritrovò in una posizione tanto delicata, alla 17ªgiornata, finì in serie B, in un torneo a 16 squadre. Qui starebbe ancor peggio se i club non fossero venti. Quel Milan, campionato ’81-82, era 15° con sole tre vittorie (6 pari e 8 sconfitte), i punti sarebbero stati 15 secondo il conteggio attuale ed invece c’era un bel -20 punti dalla Fiorentina capoclassifica. Oggi tutto sembra molto più disastroso, anche se Allegri ricorda che gli infortuni sono tanti e Galliani parla di qualche scusante.