In Europa, Abbiati c’è. La (sana) competizione con Gabriel è aperta

C’è stato un momento in questa stagione in cui Christian Abbiati sembrava essere giunto al capolinea con la sua esperienza da titolare nel Milan. L’infortunio subito immediatamente dopo la sosta di ottobre, ha costretto Massimiliano Allegri a schierare il giovane brasiliano Gabriel in campionato. Si è detto spesso che in casa rossonera si punta e si cercherà di puntare sull’estremo portiere verdeoro per il futuro e, le sue prime buone prestazioni contro Udinese ed in parte contro il Parma, hanno fatto pensare a tutti che in realtà potesse essere arrivato già il suo momento.

Abbiati, inoltre, arrivava da un paio di mesi non proprio confortanti con papere colossali e incertezze più o meno gravi che erano costati anche dei punti importanti al Diavolo. Quasi nessuno, insomma, poteva pensare ad un suo ritorno immediato e prepotente tra i pali rossoneri a riprendersi quello che era suo e che, per tanti anni, è stato suo. Quasi nessuno certo, ma lui sì. La personalità ed il carattere non sono virtù che arrivano dalla mattina alla sera, o ce li hai o non ce li hai. Christian ha dimostrato ancora una volta di esserci, di non mollare mai, di tenerci ancora tantissimo a questa maglia.

Ha deciso che forse non era ancora il momento di lasciare spazio ai giovani e di dimostrare a tutti che, finché ci sarà lui e ne avrà voglia, sarà difficile per chiunque “farlo fuori”. E allora, dopo averlo fatto già nel ritorno del preliminare di Champions contro il Psv, dimostra di essere ancora un valore aggiunto per questa squadra anche contro il Barça (nonostante l’1-3 finale) e contro il Celtic con le sue parate decisive. Ha risposto alle critiche ed alle illazioni da vero giocatore e da vero professionista, quasi a dire ai giovani: “Per adesso ci sono io e non ho alcuna intenzione di lasciarvi il posto, per ora”.

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