El Shaarawy a Verissimo: “Carriera da 7, devo continuare così. Kakà meraviglioso. Sogno il Brasile”

el shaarawy (spaziomilan)A Milanello davanti ai microfoni di Verissimo, programma in onda su Canale 5 condotto da Silvia Toffanin,  c’è Stephan El Shaarawy. Sul rapporto con i fan e l’infanzia: “Ho un buonissimo rapporto con tutti. Condivido con loro su fb e twitter, mi fa piacere il loro affetto. In Curva non sono mai stato, in tribuna mi fermano spesso per foto e autografi. L’infanzia a Savona? Bella l’amicizia con i miei due migliori amici che c’è ancora oggi. E’ bello tenere i rapporti con gli amici dìinfanzia. Il mio sogno è stato diventare un calciatore, esserci riuscito è una soddifaszione”.

Per quanto riguarda la vita fuori dal campo: “E’ cambiata in poco tempo, mi sono subito abiutato al salto perché dalla serie B al Milan è una grande cose. E’ stato semplice, perché ho avuto persone vicino che mi hanno aituto. Giornata tipo: allenamento al mattino, poi pranzo a Milanello al pomeriggio il più delle volte tv in casa, gioco alla playstation, ovviamente FIFA 2014. Mi piace molto giocare al biliardo, spesso mi fermo qui perché giochiamo insieme”.

Riuncerei alla cresta per...? Non saprei, quando deciderò di tagliarla lo farò, A 50 anni di certo non mi ci vedo. Arriverà un momento in cui mi stancherò e la taglierò. Voto 1 a 10 alla mia vita da calciatore? E’ appena iniziata, ho incominciato bene. Sono arrivato al Milan il primo anno 4 gol, il secondo anno ho avuto exploit importante, sono soddisfatto. Ora devo continuare così, ora devo recupere al mio presto. Da 1 a 10diciamo 7″.

Sulla famiglia: “Mio padre il più presente. Mi accompagnava agli allenamenti. Mi ha seguito a Padova e ancora adesso a Milano. Comunque anche mia madre e mio fratello”.

Su Kakà: “E’ il mio idolo, da sempre è un sogno vero che si è realizzato poter giocare con lui. Meraviglioso

Brasile 2014? Possibile, ma prima devo fare bene al Milan“.

Sul rapporto con Balotelli: “Quando le cose non andavano bene, lo scorso anno, mi sosteneva e mi aiutava. Ha sempre cercato di farmi sentire meglio, di aiutarmi, è un amico.

“Avere un figlio? Sono giovane, adesso – ride  – non ci penso”.

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