Per questa sera è un doppio ex. Una vita al Milan e sei intensi mesi al Barcellona, dove tutti hanno un ottimo ricordo della sua saggezza, in campo e fuori. Chi meglio di Demetrio Albertini per presentare il derby del mondo? La Gazzetta dello Sport lo ha intervistato chiedendogli di inquadrare la gara: “Vedo il Barcellona favorito. Non si presenterà con la superficialità dello scorsoo anno. Dissi a Puyol: sembravate una delle tante imitazioni del Barcellona che tengono palla senza tirare in porta…Ora attaccheranno, lasciando campo. Mi aspetto 4-5 occasioni per loro e 1-2 per il Milan. Stavolta non dovrebbero colpire il palo”.
Balotelli vs Puyol: “Mario apprezzerebbe la forza pulita di Puy. Vedo più scintille con Piqué e Busquets che sono due furbetti”. Messi? “Una sera uscii a bere una cosa con Xavi e Messi. Xavi mi spiegava: “Se fossi il presidente del Barcellona e Messi mi chiedesse 10 biglietti, gliene darei 20 per non lasciarlo andar via”. Voleva farmi capire che la vera straordinarietà di Messi è la normalità. Tutti i numeri 1 fanno così: Van Basten, Maldini, Baresi. E’ quello che deve imparare Balo: il talento non ti dà diritti, ma doveri. “Vivere e lasciar vivere” non è la ricetta migliore. Puy vive per la squadra, Mario gioca per sè. Vorrei vederlo sorridere come Ronaldinho e che comprendesse la sua fortuna: può scrivere il suo futuro da solo. Non ha bisogno che qualcuno lo aiuti o si sposti: se vuole diventare il numero 1. Per ora resta un patrimonio da valorizzare. Avere accanto Kakà, un numero 1 normale, gli farà bene”.
Il Milan di Birsa: “Non mi stupisce. Valter è un buon giocatore. Mi stupisce lo stupore della gente e, semmai, vederlo giocare in un ruolo ricoperto da Saponara e Kakà”.
Il Barcellona di Puyol e l’errore del Milan nel dopo Maldini: “Il Barcellona ha programmato bene. Puyol mi ha detto che non gioca: turnover. Una grande generazione piano, piano lascia il campo a quella che verrà. Maldini ha giocato fino 41 anni. Tra i 35 e i 41 c’era tempo per preparare un successore. Invece tra Maldini e Constant si sono avvicendati 7-8 terzini sinistri. Come se si procedesse per tentativi. Puyol è un amico per la vita. Era il capitano ed era a mia disposizione 24 ore su 24 per spiegarmi il Barcellona”.
“Il mio Milan e questo Barcellona? Simili nell’equilibrio tra tanti campioni, nella società che crebbe con la squadra, nella base solida fatta da italiani e spagnoli su cui inserire talenti stranieri. Oggi vivono momenti più delicati. Ricominciare a vincere con una tifoseria abiutata ai trionfi: il Milan. Continuare a vincere cambiano uomini: il Barcellona”. Chi del Milan in questo Barcellona? “Balotelli stavolta supererebbe il provino…Dopo Xavi, può starci Montolivo”.
Xavi o Iniesta? “Iniesta è più internazionale di Xavi: ha più cambio di passo, è più completo, più forte nell’uno contro uno. Ci messaggiamo spesso. In un’altra squadra Iniesta farebbe più di Xavi. Ma il gioco del Barcellona è l’esaltazione del grande Xavi “.
Sul suo futuro, fedeltà rossonera anche se dovesse chiamare l’Inter: “Conosco bene la famiglia Moratti, ma io nel Milan ci sono cresciuto. Per rispetto dei miei tifosi e di quelli dell’Inter, risponderei: no, grazie. Nel 2007 ricevetti una proposta sia da Barcellona che dal Milan. Ero vice-commissario. Chiedi ad Abete che stava per diventare presidente se serviva aiuto o potevo considerare altre proposte. Serviva. In futuro? Il futuro è il Mondiale”.