In attesa della fondamentale sfida dello Juventus Stadium, la settimana rossonera è stata fin qui da dimenticare. Pessima, soprattutto nel primo tempo, la prestazione contro l’Ajax. Nei primi 45’ i rossoneri non sono praticamente entrati in campo, non proponendo una che sia una azione da gol e restando in balia dei pur non irresistibili lancieri. Le cose sono andate meglio nella ripresa, quando il Milan avrebbe meritato di fare risultato. Tuttavia, nel complesso, il pareggio appare giusto, anche se i rossoneri lo hanno raggiunto a tempo scaduto grazie a un rigore inesistente. Ciò che conta è che è stata fallita una ghiotta opportunità di mettere quasi al sicuro il discorso qualificazione, che adesso, anche per il Milan che si è visto in Olanda, rimane apertissimo. Soprattutto, però, si spera di non vedere più un Diavolo come quello del primo tempo di Amsterdam, anche se abbiamo i nostri i dubbi che ciò non si ripeterà. IN RIBASSO.
Certamente, pur non essendo una giustificazione, non si può negare che sul difficilissimo momento dei rossoneri incidano anche i numerosi infortuni. Nel martedì di Champions si è aggiunto anche quello di Birsa ai già noti stop di De Sciglio, Kakà, Bonera, Silvestre, Pazzini, El Shaarawy. I primi quattro saranno probabilmente a disposizione dopo la sosta; diverso il discorso per il Faraone. L’italo-egiziano aveva smaltito l’infortunio muscolare che lo teneva fuori dai campi da qualche settimana, quando, proprio alla vigilia della trasferta di Champions, un nuovo, incredibile stop. Pestone in allenamento sottovalutato per la troppa foga di rientrare e microfrattura al quarto dito del piede sinistro. Tradotto fa un mese di stop. Una bella tegola, per un Milan già decimato e allo sbando. IN RIBASSO.
Tuttavia, come detto, gli infortuni non sono una giustificazione. Se i risultati non arrivano i motivi sono tanti e l’infermeria è solo uno di questi. Al momento, infatti, sembra mancare, nella testa di Allegri, una chiara idea tattica per il suo Milan, sia a livello di modulo, che di attenzione. L’ennesimo gol preso da palla inattiva ne è solo l’ultima, infinita riprova; e la tranquillità mostrata dal tecnico nei post-partita è sì da un lato positiva perché potrebbe servire all’ambiente, ma diventa criticabile quando si trasforma in frasi come “me l’aspettavo un non buon inizio”. È proprio quel “me l’aspettavo” che dovrebbe far scattare un campanello d’allarme, perché una cosa che si prevede andar male una volta va bene, ma se si protrae senza che si trovi una soluzione diventa estremamente dannosa, poiché dimostra un certo grado di impotenza dell’allenatore. Certo, la rosa è quella che è, assolutamente inadeguata per lottare a grandi livelli, ma se ci si lascia andare all’impotenza, allora tutto è davvero perduto. Speriamo che lo Juventus Stadium ci smentisca subito. IN RIBASSO.