Dall’inferno al paradiso e ritorno. Si potrebbe sintetizzare in questo modo l’avventura di Cristian Zapata in rossonero fino a questo momento. Il difensore centrale colombiano sta vivendo un momento difficilissimo in cui critica e tifosi continuano a bersagliarlo e ad additarlo come una delle principali cause dei problemi milanisti di inizio stagione.
Ma, niente di nuovo: l’anno scorso di questi tempi il copione era lo stesso e molti lo vedevano già come uno dei fallimenti del mercato firmato Adriano Galliani.
L’uomo chiamato a sostituire Thiago Silva è arrivato a Milanello già con il pregiudizio di chi è consapevole di non poter sostituire nel cuore dei suoi nuovi tifosi uno dei mostri sacri che non verrà mai dimenticato. Questo forse è uno dei motivi che lo ha bloccato all’inizio, questo, però, può essere anche una delle ragioni che lo ha fatto rinascere e lo ha fatto diventare la colonna portante della difesa rossonera durante la rinascita di inizio 2013. Il colombiano visto da gennaio a maggio era uno che dava ampie garanzie e rappresentava un baluardo della terza linea milanese.
Ed ora? In questo primo mese stagionale il numero 17 rossonero è tornato ad essere insicuro e distratto. Gli errori durante i match di campionato e di Champions si susseguono e molti lo vorrebbero fuori dall’undici titolare. Cosa che molto probabilmente sarebbe già successa se, infortuni e squalifiche, non avessero fermato ai box gente importante come Bonera e Silvestre. Zapata resta il titolare ma questa volta ha un obbligo: la condizione si deve trovare al più presto ed il Milan ha bisogno a tutti i costi di uno come lui.