Quel che è giusto è giusto, i cori non andavano fatti e la squalifica è sacrosanta. Nulla da recriminare. Forse qualcosa ci sarebbe ma non da recriminare, solo da puntualizzare. E’ curioso che una situazione analoga a Reggio Emilia, in occasione di Sassuolo-Inter, non sia stata sanzionata. A distanza di poche ore cosa può essere cambiato? Nulla è stato segnato a referto e nulla ha fatto scalpore. Ma non è la prima volta che accade.
Ad inizio 2013, allo Juventus Stadium, sono stati esposti degli striscioni molto simili ai cori che i tifosi del Milan hanno rivolto a quelli del Napoli. Vennero presi dei giusti provvedimenti ma che non prevedevano però la chiusura dell’impianto: per i bianconeri solo 10 mila euro di multa. La situazione paradossale è che gli stessi cori non vennero puniti nella stessa giornata ai tifosi della Fiorentina, che rincararono la dose attaccando Pessotto e le vittime dell’Heysel, e dell’Udinese.
Giusto per ricordare qualche altro piccolo episodio isolato. A febbraio del 2013 i tifosi juventini dedicarono cori ingiuriosi ai sostenitori napoletani; in quell’occasione la Juve venne multata di 15 mila euro, ma lo Juventus Stadium non venne “toccato”. Degno di nota è il fatto che nella stessa giornata, Balotelli venne preso di mira dagli ululati di Cagliari e dagli insulti interisti, ma solo quest’ultimi vennero puniti. Non sanzionati anche gli sfottò verso Berhami e gli stessi napoletani, nella medesimo weekend in Napoli-Lazio.
Potremmo trovarne altri di episodi, ma ci limitiamo con l’ultimo emblematico: nell’ottobre del 2012, in seguito al derby della Madonnina, il Milan venne multato di 8 mila euro perché i propri tifosi mostrarono uno striscione contro Cassano appena passato all’Inter. Il fatto curioso è che dieci mesi prima, sempre in occasione di una stracittadina, i tifosi interisti presero di mira lo stesso Cassano e Gattuso senza subire nessuna ammenda.
Non si parla certamente di un disegno contro il Milan. Come dicevamo prima, potremmo trovare molti casi contro i supporters rossoneri, ma non è questo l’obiettivo. Quello che vorremmo capire è il motivo di una disparità di trattamento. Nulla va lasciato al caso, non esistono circostanze attenuanti. Tutte le società e gli stadi devono essere trattati e puniti nello stesso modo. Ci auguriamo che, d’ora in poi, il metro di giudizio sia lo stesso adottato in quest’occasione.