Chapeau Celtic, vi raccontiamo la giornata di avversari esemplari

20130918_133854Dovrebbe essere sempre così. Uscire da casa e trovarsi tra amici. E Milan-Celtic, ancora prima del fischio d’inizio, è stata una festa tra amici. Tifare per squadre diverse non ha diviso, ma al contrario ha unito chi saliva lungo la strada che da piazzale Lotto porta fino allo stadio di S.Siro. Un km dove chiedere indicazioni è stata una semplice scusa per iniziare a parlare. Chi in inglese, chi in mezzo inglese e stentato italiano, chi semplicemente a gesti. L’importante era farsi compagnia in vista della partita. A diventare amici parlando di calcio è un attimo. Dopo i primi metri si imparano già i cori gli uni degli altri, ci si scambia le sciarpe e qualcuno anche le maglie, proprio come i propri beniamini a fine incontro.

L’arrivo davanti ai cancelli del Meazza è una nuova scusa per farsi foto insieme con lo stadio sullo sfondo, chiedersi l’amicizia su Facebook per condividere le foto e per pensare di rivedersi nel match di ritorno. Poco importa se ancora non si è giocato quello d’andata. Nuove conoscenze e nuovi amici si incontrano poi sugli spalti. Rossoneri e Bhoys che all’ingresso delle squadre in campo cantano abbracciati, facendo scattare i flash a ripetizione verso le curve e verso il terreno di gioco. Quando inizia il match si torna lascia da parte per 90′ l’amicizia e si sta concentrati sul gioco, pronti a sostenere i propri colori e a soffrire coi giocatori in campo. Al triplice fischio, anche se una squadra esce vincente e l’altra perdente, non cambia nulla, si torna amici. Il Celtic canta “you’ll never walk alone”, tutto S.Siro applaude e nell’aria resta una promessa… see you in Glasgow.

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