Impossibile che siano coincidenze, tre indizi fanno una prova, che in questo caso può essere una colpa ma l’imputazione non si sa bene qual è. In tutto questo balla un’unica certezza, evidenziata dal mercato ancora in corso: il Milan non è più la prima scelta. Perché è decaduto il ruolo di re del calciomercato che i rossoneri detenevano da decenni?
Gli affari sfumati, contigui, di Strootman, Tevez e Ljajic mostrano che non è un caso isolato a sollevare il problema, ma un vero e proprio filone di sconfitte sul campo (del mercato). Prima Tevez, pallino di Galliani, motivo di viaggi e cene continue tra Manchester e Milano, viene strappato dalla Juve a fine giugno, dopo un intenso pressing del Milan che lavorava al colpo da più di un anno. Proprio oggi l’argentino ha dichiarato a La Stampa che “Galliani ha insistito però mi hanno detto che non aveva i soldi per convincere il Manchester City”.
Dopo Tevez, Strootman, corteggiato dal Milan per almeno un paio d’anni, finisce alla Roma a metà luglio, dichiarando alla Gazzetta che “nessuna squadra si è fatta avanti seriamente, tranne la Roma”. Se le parole del giocatore fossero vere e non di circostanza, verrebbe da pensare che il Milan tratti i giocatori platonicamente, con l’illusione e anche un po’ la presunzione che questi scelgano sempre e comunque Milanello perché lì si allena la squadra più titolata al mondo.
Infine, a ribadire il tutto, la questione Ljajic, che il Milan insegue dall’inizio dell’estate e per il quale si è originato una sorta di caso diplomatico con la Fiorentina, con polemiche e incomprensioni a go-go. Il serbo andrà alla Roma, che pagherà ai viola 10 milioni di euro più bonus. Da più parti si è letto che il Milan aveva offerto ai Della Valle 8 milioni pagabili in 4 anni. In questo caso, come in quello di Tevez, facile pensare perché l’affare sia sfumato.
Alla luce di queste tre beffe di mercato vengono spontanee alcune domande, a cui proviamo a dare altrettante risposte: il Milan ha perso l’appeal che lo contraddistingueva dalle altre? No, ma in compenso lo hanno acquistato altre squadre, vuoi per soldi, vuoi per altro (Manchester City e Psg su tutte). La concorrenza è più alla pari? In Italia sicuramente sì, in Europa, con le grandi, non si può neppure competere. O, ancora, è solo una questione di soldi che il Milan non ha più (o che non vuole più spendere)? Forse entrambe le cose, ormai ci siamo fatti anche noi una cultura sulla fiscalità e quelle storie lì…