Milan, mi presento: sono Jorginho. Quello di ieri non è stato solo l’esordio in Serie A dopo 11 anni del Verona, il suo Verona, ma anche del centrocampista brasiliano, osservato speciale di mercato dei rossoneri. Debutto con vittoria, debutto con una prestazione superba. 21 anni, solo a dicembre 22, ma la struttura di un fuoriclasse: soprattutto, qualità indiscusse. Una conferma per Mandorlini, che lo sta crescendo a dovere e lo considera imprescindibile per la squadra, una piacevole sorpresa per la Serie A, un assist per la Nazionale azzurra, perché Jorge Luiz Frello è stato naturalizzato italiano (il trisnonno era di Lusiana; è stato già convocato da Mangia in Under-21). Chissà se Galliani, da qui al 2 settembre, deciderà di provare a trasformare in concreto un interesse “vecchio” di mesi: i primi contatti nel gennaio 2013, ma la richiesta dell’Hellas, ancora attuale, spaventa: 4,5 milioni per la comproprietà, 10 milioni per l’intero cartellino. Cifre non indifferenti, ma nemmeno così folli: anzi, proporzionate al valore del giocatore (seguito anche in Premier). Ma per il Verona è sempre più incedibile, specie a campionato in corso. Quindi, godiamocelo da lontano.
Anche perché i milanisti non riusciranno a dimenticarsi facilmente di una sconfitta meritata e pesante, resa più facile da Jorginho, che ha dominato in mezzo al campo, dimostrandosi il migliore in campo dopo Toni; meglio anche di Poli. Non male ha fatto anche il suo connazionale Martinho che, dopo le parentesi di Catania e Cesena, ha trovato la sua dimensione in Serie B con i gialloblu per poi ritornare in A da protagonista: le premesse sono buone. Il numero 10 del Verona ha chiesto palla con insistenza, mai sprecandola. Ha rallentato quando necessario, ha accelerato quando doveva: cose semplici ma efficaci, sempre al momento giusto. Appoggi, verticalizzazioni, lanci: quasi perfetto, bello da vedere. Adesso impossibile da prendere.
Sarebbe un colpo formidabile, per una promessa sicura del calcio quest’anno chiamato a crescere e migliorare ancora. La parole d’ordine è continuità di rendimento, essenziale per essere grande con i grandi. Ma Verona è la piazza giusta per farsi le ossa, sudare, tirar fuori il meglio per conquistare anche solo un punticino. Questo Jorginho è pronto per la Serie A, ha messo in ginocchio il Milan confermando la bontà della scelta (ormai sempre più remota). Applausi meritati per chi sognava un inizio così e lo ha reso reale con sacrificio, intelligenza, corsa e tranquillità. L’esatto contrario delle caratteristiche messe in campo ieri dagli uomini di Allegri.