Ad Eindhoven abbiamo assistito ad una prova un po’ altalenante della difesa rossonera: la rapidità e la freschezza dei ragazzi di Cocu hanno mandato spesso in tilt il nostro reparto arretrato. Chiusure sbagliate, uscite a farfalle, diagonali mal coperte sono stato il sintomo di una difesa pericolosamente ballerina. Ciò molto probabilmente è dovuto anche ad una condizione ancora da trovare e a meccanismi tattici da affinare negli ultimi allenamenti. Ciò che serve sicuramente è la figura di un leader capace di trascinare nei movimenti giusti e coi tempi giusti tutta la retroguardia.
Questo compito spetta senza dubbio a Philippe Mexès. Il centrale francese pare essere diventato la benzina motivazionale del motore milanista. Le sue parole nello spogliatoio (da ultime quelle pizzicate da Sky nel prepartita contro il PSV) e in campo sono sempre un’iniezione di fiducia per i compagni, tanto che anche Allegri lo considera ormai uno dei senatori dopo due anni in rossonero. In conferenza stampa il mister oggi ha parlato proprio del francese, elogiandolo per il suo carisma e per il suo attuale stato di forma: “Mexes l’ho visto bene ad Eindhoven, per quelli con il suo fisico serve giocare per entrare in forma. Può giocare tre partite in una settimana, non sono preoccupato”.
Senza ombra di dubbio allora sarà lui il trascinatore nelle prossime gare del Milan: a Verona sarà chiamato a bloccare una vecchia volpe come Luca Toni, e a richiamare all’attenzione Constant (o ancora Emanuelson) e Abate alle rapide incursioni delle mezze punte giallo-blu Martinho, Gomez e Jankovic. A San Siro per il ritorno del preliminare ci vorrà il triplo della concentrazione perché sarà la partita che vale praticamente tutta la stagione: Maher, Josefzoon, Wijnaldum, Matavz, Park, Depay e molto probabilmente anche il rientrante Bakkali non faranno di certo sconti e cercheranno di portare a casa la vittoria a tutti i costi. Per loro non c’è quasi nulla da perdere, noi invece dobbiamo comportarci da Milan. E l’esperienza di Mexès potrebbe essere un’arma vincente sia in fatto di calma nella ricerca delle giocate, sia qualora dovesse mettersi male con degli schemi da calcio da fermo (ad Eindhoven se n’è visto uno andato a finire male).
Il testimone passato dalle mani sagge di Yepes sembra poter essere tenuto saldamente in quelle di Mexès. L’unico dubbio circa le potenzialità di leader del francese riguardano il suo carattere particolarmente fumantino che spesso sfocia in entrate pericolose in zone di campo sconsigliate per certi tipi di fallo. I gialli su di lui piovono, anche se al Milan si è visto un notevole cambiamento sotto il profilo caratteriale: i 28 gialli in due anni non dovrebbero far preoccupare per uno che in quattordici anni di carriera ha collezionato 111 gialli e 13 rossi. Solo il fatto di non essere mai stato espulso gli ha di sicuro fatto guadagnare punti alla lista delle preferenze di Allegri. Ora, a 31 anni, è il momento di far vedere che Philippe è in grado di spingere una squadra ai successi che merita.