Ha da poco raggiunto due obiettivi importantissimi della sua vita: il compimento dei quarant’anni d’età e l’incarico come allenatore della Primavera del Milan. Stiamo ovviamente parlando di Pippo Inzaghi, mister 288 reti in carriera, il re dei bomber.
L’ex numero nove rossonero ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, trattando vari temi, a cominciare dalla sua nuova esperienza in panchina: “Comincio ad allenare gli adulti e devo dire che i ragazzi seguono me e il mio staff. Il mio obiettivo principale è far capire ai giovani cos’è lo stile-Milan“. L’anno scorso è cominciata la sua carriera di allenatore, parallela a quella di un altro grande rossonero, Rino Gattuso: “Gennaro ha fatto benissimo ad andare a Palermo, ma per me spero in un percorso diverso, più graduale e formativo. Il Milan è casa mia e non vorrei anticipare i tempi, dato che allenare è mille volte più difficile che giocare, in quanto bisogna studiare, aggiornarsi ed essere credibili agli occhi del calciatori“. L’allenatore con cui Inzaghi ha dato il meglio di se è Carlo Ancelotti, ma Pippo non cerca paragoni: “Ogni allenatore deve essere se stesso. La pensavo così anche da calciatore, quando mi dicevano che dovevo somigliare a Van Basten o Weah. Ho sempre amato la sincerità dei miei allenatori, anche quando era cruda“. Al SuperPippo nazionale viene chiesto un parere su tutte le coppie offensive delle squadre più importanti d’Europa, ma soffermandoci sul Milan, riportiamo queste parole: “Mi piace tutto l’attacco rossonero: Balotelli è il centravanti più forte di tutta la serie A e, da tifoso rossonero, mi auguro che diventi il capocannoniere del campionato. Sarebbe importante per lui, per il Milan e per la Nazionale. Accanto a lui si alterneranno El Shaarawy, che deve confermarsi, Robinho, Boateng e anche Petagna che è molto bravo“.
Tra i tanti grandissimi attaccanti che militano nei vari campionati europei, però, Pippo ne apprezza uno tutto italiano: “Totò Di Natale è straordinario, vive il calcio come lo vivo io. Parlo spesso con lui e sento che ha la mia stessa passione, quella che cerco di trasmettere ai ragazzi. Se non mi fossi rotto il crociato o il Milan non mi avesse dato subito la possibilità di allenare, magari sarei ancora lì, a calcare un campo di calcio“. Non c’è che dire, intramontabile Pippo…