Il ko di ieri contro il Manchester City è stato pesante più nella sostanza che nella forma: per chi osservava da fuori e lontano potrebbe essere sembrata una partita combattuta e in sospeso fino alla fine, invece per chi l’ha vista dall’inizio alla fine, per noi rossoneri insomma, è stata una sofferenza. 1, 2, 3, 4, 5, 36 minuti da incubo, nonostante alibi, infortuni e differenze di formazione. Al Milan mancavano giocatori fondamentali come De Sciglio, Zapata, Mexes, Montolivo e Balotelli, mancavano perni fondamentali di difesa, centrocampo ed attacco, al Manchester City no. Era troppo facile prevedere un pomeriggio duro ed impari, ma non a questo livello. Il 5 a 0 che ad un certo punto, fortunatamente poco, ha brillato sul tabellone dell’”Allianz Arena” di Monaco non deve essere dimenticato, ma servire come errore da NON commettere nei playoff Champions. Era un’amichevole contro una squadra più forte, ieri, complici troppe assenze nei rossoneri, nettamente più forte. Ma le figuracce non hanno mai scuse. Allarme?
Giusto che Allegri non abbia usato parole forti nel post-partita, ma di sicuro le sue impressioni non erano state buone e un minimo di preoccupazione c’è. La differenza con una squadra internazione di livello, anche con un Milan al completo, è evidente. Soprattutto in difesa, con prestazioni pienamente insufficienti di Antonini, in ritardo in diverse situazioni, Zaccardo, mai sicuro, e anche Vergara, che però merita una parentesi a parte: forse era l’esordio più complicato possibile, presenta grosse lacune tattiche ma non perché non è capace di metterle in pratica, semplicemente perché mancano. Deve studiare, ma nel secondo tempo, soprattutto con i piedi, si è disimpegnato in buona maniera. Amelia, per chiudere la retroguardia, è stato incolpevole ma anche insicuro: Gabriel merita di essere il secondo portiere. A centrocampo ha brillato, ma meno di Valencia, De Jong, ormai una certezza di polmoni, grinta e spinta; bene anche Poli e Nocerino nella ripresa, un mix di corsa e voglia. Male Boateng che, da trequartista, non si è mai reso pericoloso, anzi, spesso e volentieri è mancato come presenza: fisico e colpi li ha, ma non al momento giusto.
In attacco, la nota più lieta del pomeriggio di ieri, è tornato a segnare El Shaarawy: una doppietta piena di senso e significato, soprattutto per il Faraone. Anche se non si trattava di una partita ufficiale, è finito il digiuno: bentornato. Ma il sorriso manca ancora per uno Stephan a testa bassa, che non nasconde sofferenze e delusioni di fine campionato ed inizio estate, con il Milan che lo ha messo sul mercato aspettando offerte. Lui ha detto no alla cessione, ma capito che fiducia e coccole sono diminuite. Servirà per crescere, l’anno prossimo sarà un anno fondamentale. Complimenti a bomber Petagna, una risorsa inaspettata per così tanta efficacia. Adesso sotto con il San Paolo a caccia di una vittoria alla portata, per “vendicare” il City e ottenere un successo salutare.
(Foto: AcMilan.com)