L’attenzione per la trattativa di Robinho al Santos ha sollevato una questione spinosa, che in molti non si spiegano: perché il mercato brasiliano chiude un mese e mezzo prima di quello europeo?
Il 20 luglio, precisamente, scade il termine valido per l’entrata di giocatori dall’estero (quello in uscita scade il 15 luglio). Quindi, una società che vende un giocatore il 14 di questo stesso mese, avrà solo 6 giorni di tempo per reinvestire quella somma in Europa.
Questa normativa sta scatenando la rabbia dei club brasiliani, anche perché la fretta con cui vanno condotte le trattative porta spesso ad un aumento dei costi delle stesse. Il problema nasce dal calendario australe del campionato brasiliano, che comincia a maggio e termina a novembre. Secondo i responsabili della federazione nazionale sarebbe impossibile lasciare aperta una finestra di trasferimenti dall’estero per due mesi proprio in mezzo al campionato. Questo, infatti, finirebbe per favorire le squadre con maggiori possibilità economiche, che potrebbero rinforzarsi acquistando giocatori “europei” fino al 30 agosto.
La soluzione sarebbe quella di un calendario analogo a quello Europeo, ma ci sarebbero da superare gli “ostacoli” delle vacanze di gennaio e del carnevale di febbraio, che andrebbero a coincidere con la stagione calcistica in corso. Difficile, quindi, arrivare ad un cambiamento in tempi brevi.