I primi 4 mesi di Milan sono coincisi solo con una presenza di 45 minuti nel secondo tempo contro la Lazio a San Siro (con i rossoneri avanti 2 a 0 e i biancocelesti in 10) e dopo la fine del campionato e la conquista della Champions sembrava quasi scontata la sua cessione: un errore, un ammissione di colpa. Invece no, Cristian Zaccardo, difensore centrale, all’occorrenza anche terzino destro, classe ’81 è destinato a rimanere in rossonero. Ve lo abbiamo raccontato nei giorni scorsi, come l’addio di Yepes, la presenza di un promettente ma giovane Vergara, la partenza in compartecipazione (quasi certa) di Salamon verso la Sampdoria e l’infortunio di Abate avessero “aiutato” Zaccardo a rimanere, per necessità ma anche per esperienza. E così è stato deciso, o almeno questo è ciò che rientra nei piani societari almeno per il momento. Lo sa bene lo stesso giocatore ex Parma, dove ha lasciato un pezzo di cuore, che stamane ha concesso un’intervista esclusiva a La Gazzetta dello Sport.
La voglia di rivincita, di entrare nella testa, prima che nelle scelte, di Allegri, vince sull’idea di cambiare squadra e finire la carriera sul campo e non in panchina. Zaccardo secco e deciso: “Il Milan è un punto di arrivo, lo penso ancora. Sono pronto a ricominciare con lo stesso impegno. La mia idea è quella di lottare per guadagnare posizioni, ma devono dirmi se gli servo. Il Milan è un club pazzesco, organizzato, non ti fa mancare niente, lavora per te. Anche per questo vorrei essere parte del progetto. Se ho parlato con Allegri? Mai. Forse a un certo punto avrei dovuto farlo io. La psicologia può servire in certi casi. Tornare a Parma? Ghirardi mi vuole bene, ci sentiamo e mi dice sempre che le porte sono aperte. Io stavo comprando casa a Parma e pensavo di finirci la carriera, ma poi è arrivato il Milan dove non ti manca nulla. È andata male, tecnicamente, ho sofferto in silenzio. Anche se è davvero dura passare dal giocare sempre al non giocare mai. Io sono ancora innamorato del pallone, del gioco, della domenica”.
Tra passato e presente, ovvero i compagni Balotelli ed El Shaarawy, Zaccardo conclude: “Con chi tornerei a lavorare? Guidolin, il migliore di tutti. Lo seguirei ovunque. Donadoni è simile, cura i particolari e chiede tanta concentrazione, Allegri è bravo sul possesso palla, lui sa che il Milan deve fare la partita. Balotelli? Il più forte calciatore del Milan. Ha fisico, tecnica, ti sposta. È tosto, freddo, non gliene importa niente di nessuno. Non gli ho mai visto sbagliare un rigore in allenamento, esattamente come in partita. Guarda il portiere e colpisce col piatto. Ma aggiungo che tenere El Shaarawy è un gran colpo. In allenamento soffro di più con lui perché è velocissimo. Il Milan ha la coppia d’attacco più forte della Serie A. Ma a Parma faticavo pure con Belfodil, un attaccante pazzesco: l’Inter ha fatto un affare. De Sciglio? Fidatevi, è il futuro: può fare ‘il Maldini’, giocando in entrambe le fasce”.