GALLIANI, Adriano: 7,5

galliani 6 (spaziomilan)Non è stata certo una stagione “facile” per Adriano Galliani. Costretto ad accettare le offerte da capogiro del PSG per Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva, l’amministratore delegato del Milan ha vissuto l’estate 2012 come mai si sarebbe augurato: da una parte tentando di convincere i tifosi sul nuovo corso della squadra, più votata alla valorizzazione dei giovani, dall’altra dovendo provare a fare il massimo col minimo investimento possibile sul mercato. Se n’è inventate il buon Adriano per provare a trovare i giusti tasselli per le posizioni vacanti: da Kevin Constant, arrivato tra lo scetticismo generale, a Riccardo Montolivo, rapidamente incoronato capitano della squadra, da Nigel de Jong, indiscusso mastino del centrocampo sacrificato sul campo a dicembre quando cominciava ad ingranare, a Cristian Zapata, uno dei migliori colpi “low-cost” possibili dodici mesi fa. Poi la delicata gestione di Massimiliano Allegri quando all’inizio della stagione le vittorie non arrivavano e l’ira di Silvio Berlusconi montava. Quindi il cappello dal cilindro: Mario Balotelli, il cui arrivo a gennaio ha rafforzato l’immagine di Galliani quale ineffabile mago del mercato.

MOMENTO FLOPOra il Milan è da scudetto“. E’ sembrata un po’ azzardata (e tale è rimasta) l’affermazione di Adriano Galliani nell’ultimo giorno del mercato estivo 2012, quando, dopo le cessioni di Ibra e Thiago, ha provato a riaccendere gli animi dei tifosi e mettere Allegri di fronte alle proprie responsabilità. Il gap con la Juventus, anche con gli arrivi di De Jong e Bojan, non era certo colmato. Quell’uscita, certamente dettata dalla volontà di motivare la squadra, si è rivelata molto presto avventata.

MOMENTO TOP L’arrivo di Mario Balotelli a gennaio ha ricordato le migliori trattative magistralmente condotte in porto dall’amministratore delegato rossonero. A lungo corteggiato, silentemente trattato col Manchester City, SuperMario è stato il colpo giusto al momento giusto: un elemento in grado di far compiere il salto di qualità al Milan. Meglio di altre considerazioni le parole di Mino Raiola rendono giustizia all’operato di Galliani: “Il Milan l’ha voluto e se l’è andato a prendere“. Tutto merito del manager di via Turati, abile a depistare e a rattoppare pure qualche parola di troppo del Cavaliere (“Mela marcia“). Chapeau!

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