Dopo i giocatori, è arrivato il momento di commentare anche la stagione del nostro allenatore. Ed esprimere un giudizio su Allegri, sapendo con certezza che resterà al Milan anche l’anno prossimo, il quarto consecutivo, è già una vittoria. Il rapporto con Berlusconi non è mai sbocciato fino in fondo, lo sappiamo bene: il presidente non ha quasi mai apprezzato il gioco espresso dalla squadra e criticato diverse scelte di formazione (legate soprattutto alle esclusioni di El Shaarawy con Napoli e Siena). Allegri per gran parte del 2012/2013 sembrava in bilico, ormai verso l’addio: dopo Siena-Milan, del 19 maggio scorso, trasferta e successo che significarono Champions, Berlusconi aveva deciso di cambiare “comandante” in panchina, salvo poi fare una sorprendente retromarcia grazie al lavoro di Galliani, che da intermediario ha fatto pendere l’ago della bilancia ancora su Max e non su Seedorf: l’uomo del presidente. Il 2 giugno scorso, al termine di una cena ad Arcore presso Villa San Martino, è arrivato l’annuncio ufficiale della permanenza di Allegri in rossonero, senza rinnovo e quindi fino a scadenza del contratto nel 2014. Una decisione attesa ed indecisa fino alla fine: ha prevalso il buon senso.
MOMENTO FLOP – L’inizio di campionato è stato disastroso, anche al terzo anno Allegri ha riproposto il suo “marchio di fabbrica”: ovvero, partenza lenta, lentissima. Nelle prime 8 giornata il Milan ha collezionato solo 7 punti, raggiungendo pericolosamente la zona della Serie B e lasciandosi alle spalle solo due squadra: Palermo e Siena. Le due partite che rappresentano al meglio questo avvio choc sono due: Milan-Sampdoria, l’esordio, e Milan-Atalanta (la seconda sfida in casa): 0 punti, 0 reti fatte e 3 subite. Un incubo. Una squadra molle, leggera e incapace di reagire. Un momento no. Senza dimenticare il 3 a 1 della Fiorentina a San Siro di metà novembre, un crollo che aveva sancito il quasi esonero di Allegri che, nella stessa notte, fu scongiurato.
MOMENTO TOP – Il periodo tra fine febbraio e primi di marzo è stato condito dalla meravigliosa vittoria contro il Barcellona in Champions al “Meazza” e dal netto 3 a 0 contro la Lazio che ha sancito il sorpasso in classifica ed il prosieguo della rimonta: una tappa fondamentale per il terzo posto. Riavvolgendo il nastro grande merito di Allegri anche nell’1 a 0 casalingo contro la Juventus nel girone d’andata, frutto di voglia, caparbietà e grinta. I valori che la squadra ha trasmesso e manifestato da novembre in poi. Ha saputo lavorare benissimo con i giovani, El Shaarawy e De Sciglio in particolare, ha sempre tenuto in mano il gruppo e si è fatto volere bene.