Marsiglia-Milan, 20 anni dopo: uno smacco avvolto ancora nel mistero

capello26 maggio 1993: Olympiastadion, Monaco di BavieraSi gioca una delle finali di Coppa Campioni più scontate degli ultimi anni. “O almeno così sembra”, specificano nella loro rivisitazione i nostri amici di Rossonerosemper.com. L’imbattibile Milan di Fabio Capello sfida l’Olympique Marsiglia, squadra nettamente inferiore ma che giusto due anni prima aveva già fatto “soffrire” i tifosi rossoneri. Il Milan si presenta a quella finale con un ruolino pazzesco: 0 sconfitte, 23 gol fatti e 1 subito. Merito del genio tattico di quello che da lì a poco si rivelerà uno dei più grandi allenatori di tutti i tempi, Fabio Capello, ma soprattutto di una squadra fortissima, che quell’anno si era ulteriormente rafforzata e aveva in rosa 6 stranieri, nonostante le regole del tempo facessero sì che ne potessero scendere in campo solamente 3.

Capello schiera il suo solito 4-4-2 prudente e tiene in panchina il grande ex della partita, Papin. Al fianco del claudicante Van Basten gioca Massaro, mentre sulle fasce agiscono Lentini e Donadoni. La partita è equilibrata, da subito si capisce che i rossoneri sono bloccati. Il problema è che davanti Van Basten è come se non ci fosse e Massaro da solo può fare ben poco, a parte un colpo di testa di poco fuori . L’azione più pericolosa è però proprio di Van Basten, che dentro l’area si libera bene ma il suo tiro di sinistro è ben respinto dal portiere. Il patatrac arriva al 43′, quando Sauzeè batte un calcio d’angolo (che poi si rivelò inesistente, ahinoi) per i francesi, Rossi è incerto su un pallone che forse doveva essere suo e Basile Boli anticipa Rijkaard infilando l’uno a zero per l’Olympique. Milan gelato, che non si aspettava il gol e si innervosisce tanto.

Nella ripresa i rossoneri si buttano in avanti in modo disordinato e combinano pochissimo. Barthez è bravo a stoppare una pericolosa azione con un’uscita con la quale anticipa Massaro e Albertini. Poi, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, è ancora il portiere a togliere la palla a Papin, subentrato a Donadoni. Il Milan esce sconfitto clamorosamente, la delusione è cocente. Tutti i retroscena che vennero fuori in seguito su quella sfida e su quell’annata parlano di tentativi di corruzione dell’allora presidente del club, Tapie al Valenciennes (avversario del Marsiglia in campionato la settimana precedente) affinché i propri giocatori non si impegnassero. Berlusconi e Galliani rivendicarono quella coppa (e sbagliarono), mentre per i milanisti (che le vittorie se le sono sempre gustate sul campo) quella partita rimane una sconfitta, punto. Certo, le dichiarazioni di qualche anno fa del centrocampista Jean Jacques Eydelie sul presunto affare doping hanno fatto il loro bel rumore, ma una squadra come il Milan, il Milan di allora, avrebbe potuto e dovuto fare meglio. Molto meglio.

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