Sopra di lui solo due extraterrestri (Messi e Cristiano Ronaldo a quota 13), i soliti. Insieme a lui altri due umani (Kiessling e Levandoski) che quest’anno però si sono comportati da supereroi. Dal 1 febbraio in poi il Milan il suo supereroe lo ha avuto e si chiama Mario Balotelli. Fondamentale nella conquista del terzo posto mai così prolifico in Italia, infallibile dagli undici metri e con una media gol spaventosa. Il Milan ha trovato la sua stella a cui si è aggrappato per raggiungere l’obiettivo stagionale e in cui ha confidato per tornare ad essere grande.
Dall’approdo a Milano di Mario, il Milan ha disputato 16 partite, perdendone soltanto una contro la Juventus, peraltro quando il numero 45 era assente. L’esordio contro l’Udinese è da sogno: dopo 25 minuti Balo ha già timbrato e nei minuti finali si ripete regalando ai rossoneri il successo sui friulani. Le sue vittime saranno poi in ordine di tempo Cagliari, Parma, Genoa, Palermo, Catania, Torino, Pescara e Siena. Dodici in totale le realizzazioni di cui la metà su rigore. Capitolo a parte andrebbe aperto sulla sua infallibilità dal dischetto: con quello di domenica si è arrivati a 18 penalty trasformati su altrettanti calciati. Un autentico record.
Ora con un attaccante del genere il futuro appare ben più roseo di come poteva apparire 12 mesi fa, quando la cessione di Ibrahimovic sembrava potesse portare ad un ridimensionamento delle ambizioni del club. Lo si può dire con certezza: il Milan ha trovato l’erede dello svedese, con la differenza che il giocatore in questione ha il rossonero nel sangue fin dalla nascita. Un legame così forte che nemmeno durante i suoi trascorsi nerazzurri era riuscito a nascondere. Se poi dovesse davvero trovare una buona intesa con El Shaarawy, fin qui appannato dalla stella di Mario, allora saranno dolori per tutti.