Sotto le righe, disciplinato, semplice, questi gli aggettivi con cui si definisce nell’intervista Mattia De Sciglio. Sì perché nell’onnipresenza mediatica delle creste più o meno variopinte e fantasiose a risaltare più di quanto immaginato è stato l’aplomb del giovane Mattia che a suon di prestazioni e non di effetti scenici ha conquistato passo dopo passo, quasi silenziosamente, i cuori dei tifosi rossoneri. Tanto timido davanti alle telecamere quanto di personalità quando scende in campo per difendere i colori che l’hanno portato su, su fino alla serie A.
Si è raccontato alla rivista ICON, definendosi così: “Sul lavoro sono attento, serio e concentrato. Al di fuori, invece, è giusto divertirsi”. Divertimento, senza eccedere, proprio come gli hanno insegnato i suoi genitori: “La disciplina sapevano bene cosa fosse e come trasmetterla”. Poi si tocca il punto del De Sciglio “icona” di una generazione di nuovi talenti che muti spazzano via l’esperienza con una ventata d’aria fresca e giovane: “Mi ha sorpreso l’apprezzamento unanime per il mio modo d’essere, semplice e sotto le righe. Credevo che persone come me passassero inosservate e invece…”. Accanto al giocatore concentrato sul campo che siamo ormai abituati a vedere, si affianca un ragazzo con la voglia di divertirsi e con una passione da vero giovane che forse in pochi si sarebbero aspettati da lui: “Ho una passione per i tatuaggi. Ne ho appena fatto uno e ne voglio degli altri”. Influenza di Boateng?
Ciò nulla toglie ad un ragazzo che molti definiscono d’oro per impegno, dedizione ed educazione, e su questo nessuno a motivo di dubitarne. Intanto il campo chiama. La maglia rossonera chiama, invoca: invoca De Sciglio come futura bandiera, come chi arrivato da giovanissimo, sull’esempio di capitan Maldini, non ha mai abbandonato il Milan. La maglia azzurra chiama: Prandelli sa che su di lui si può costruire un futuro grande per De Sciglio e per l’Italia, un futuro che non è poi tanto lontano. Il Brasile, con la Confederations Cup e il mondiale, chiama.