Oggi è 2 maggio e per tutti i tifosi rossoneri questa è una data importantissima, che evoca ricordi dolci, difficili da dimenticare. Dieci e sette anni fa, in questa data, si sono scritte due pagine indimenticabili della storia del Diavolo. Ma andiamo con ordine e partiamo da quella più lontana in ordine di tempo. Era il 2 maggio 2004 e a San Siro si giocava una sfida che valeva una stagione. Il Milan capolista affrontava la Roma che era la diretta concorrente per la vittoria dello scudetto. Il margine di vantaggio era di sei punti a tre giornate dal termine ed una vittoria della squadra di Ancelotti avrebbe significato scudetto.
Pronti,via e la solita azione avvolgente del Milan porta Kakà sulla destra libero di crossare in mezzo. In area, come al solito, si fa trovare pronto Shevchenko che di testa regala il vantaggio ai suoi. Un gol che indirizza subito una partita che sembrava sempre più essere quella del diciassettesimo scudetto. I rossoneri sono assoluti padroni del match ma sprecano parecchie occasioni per il raddoppio. Nella ripresa la Roma si sveglia e mette paura a Dida e compagni. Poi, una punizione battuta da Totti dal limite dell’area, viene fermata da un braccio di Sheva in barriera. Molto probabilmente è rigore ma l’arbitro non fischia e, dagli spalti in cui sono posizionati i sostenitori giallorossi, si scatena il putiferio con i petardi che arrivano in campo. Alla fine sarà tripudio rossonero per uno scudetto strameritato.
Senza ombra di dubbio però, tre anni dopo, si consuma la classica serata perfetta per tutto il popolo milanista. A San Siro si gioca il ritorno della semifinale di Champions League contro il Manchester United di Rooney e Cristiano Ronaldo. In Inghilterra era finita 3-2 per i Red Devils e gli uomini di Ancelotti sono chiamati all’impresa per guadagnarsi la finale. Ma, al Meazza, si respira un’aria magica. Il campo poi dà un responso che va oltre le più rosee aspettative. Kakà e Seedorf aprono le danze nei primi 20′, il Manchester non c’è, è annichilito dall’incredibile prova di forza dei rossoneri che non soffrono quasi mai e martellano gli inglesi dal 1′ al 90′. Gilardino a 10′ dal termine chiude i conti e Atene è un sogno che diviene realtà. Beh, poi tutti sappiamo come andò a finire