Nel Milan non c’è spazio solo per il bianco o solo per il nero. Senza le sfumature non sarebbe diventato il club più titolato al mondo. Questo ci porta a credere che il mercato di via Turati non ruota soltanto attorno al dilemma mezz’ala sinistra sì, mezz’ala sinistra no. La mezz’ala arriverà. Se Galliani si sbilancia in certe dichiarazioni, vuol dire che è certo di quel che dice. Semmai la questione da considerare è un’altra.
Le sfumature, appunto. Nel senso che il mercato rossonero non può chiudersi con un solo acquisto. La società l’anno prossimo vuole la Champions e, malgrado le dichiarazioni di facciata, non si può conquistare la coppa dalle grandi orecchie aggiungendo alla pur affidabile rosa attuale un solo forte innesto, soprattutto dopo l’addio di Pirlo.
La necessità di pescare altri conigli dal cilindro è indubbia e lo ha confermato anche Zambrotta l’altro ieri, sottolineando che occorre rimpiazzare il regista bresciano, e la società lo farà in maniera egregia, “prendendo giocatori di esperienza che fanno la differenza”. Tuttavia, più che nel ruolo che fu di Andrea, che sarà ricoperto da una fitta linea mediana, la società di via Turati sembra avere in mente altri progetti per il centrocampo.
L’idea che sta tornando di moda è quella del trequartista. E, malgrado il mancato viaggio in Brasile di Galliani e Braida, la sensazione è che la pista Ganso non sia mai davvero tramontata del tutto e che, in ogni caso, la società potrebbe tentare di “sostituirlo” con qualcuno che può ricoprire il suo stesso ruolo. In primis Javier Pastore, scaricato dal Palermo, per il quale il Milan, sempre che Zamparini abbassi le sue richieste, è il club italiano più vicino alla possibilità di acquistarlo. Tuttavia, nelle ultime ore, per l’argentino sono suonate le forti sirene del Real Madrid.
Ecco perché la società rossonera potrebbe virare verso altri obiettivi, sui quali in realtà lavora da tempo e che non ha mai abbandonato. Checché se ne dica, il sogno Hamsik non è mai tramontato, così come la possibilità che l’anno prossimo indossi i colori rossoneri uno tra Witsel, Bale, Robben o Menez. Non sono fantasie, né ipotesi remote, ma neanche certe promesse. Bisogna partire dal presupposto fondamentale che il Milan è una società che ha abituato i suoi tifosi a eclatanti sorprese e ancora siamo ai primi di giugno. Perciò bisogna avere pazienza, non escludere e non dare per scontato nulla. Sarà comunque una “lunga estate caldissima”. Le voci di mercato girano, appaiono, scompaiono e ritornano dentro un’improvvisa aura di certezza nel giro di pochissime settimane. Ibra e Robinho insegnano. Non è dunque il caso di trarre conclusioni affrettate, ne in un senso né in un altro. Non il bianco e non il nero. Sono colori che non ci appartengono. Con le sfumature si vince.