A volte ritornano, come i rimorsi, i rimpianti, i ricordi amari. Categoria, quest’ultima, alla quale appartiene Riccardo Montolivo, ex capitano viola che oggi è tornato al “Franchi” vestito di rossonero. E di certo non è stato un ritorno qualsiasi. Nella giornata del numero diciotto rossonero non è davvero mancato nulla. Una fascia da capitano, nonostante la presenza di Abbiati in campo, fischi dal primo all’ultimo minuto da parte di chi fino all’anno scorso lo venerava, un gol, un assist. Neanche lui, forse, si sarebbe aspettato una domenica così.
Al momento dell’entrata in campo delle due squadre, quella fascia sul braccio era segno inequivocabile del fatto che Allegri lo stava responsabilizzando e mettendolo di fronte alla definitiva prova del nove. Prova superata a pieni voti. In una giornata non felicissima dal punto di vista del gioco per il Diavolo, lui ha ancora una volta dimostrato di essere l’anima, la mente, il giocatore su cui far ruotare tutto il resto. Pronti via e quel passaggio facile facile per Abate, fuori misura, lasciava presagire una domenica difficile per il Monto. Ed invece, alla fine, è stato il suo unico errore.
Il modo in cui piazza la palla alle spalle di Viviano, dopo averla recuperata a Pizarro, è la sintesi perfetta della sua immensa stagione in rossonero fin qui. Freddezza, lucidità, intelligenza, ardore agonistico, personalità, maturità. Il tutto avvalorato dall’aver giocato in una situazione che avrebbe fatto tremare i polsi a non pochi. Lui invece ha mantenuto la calma ed ha trascinato i compagni al doppio vantaggio, poi svanito, come alla rimonta in classifica. E, se qualcuno continua a sentire la mancanza di Pirlo, beh, forse dovrebbe vedere i dvd delle prestazioni di Montolivo degli ultimi mesi.