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È inutile girarci intorno. Il secondo posto, la Fiorentina, Balotelli, il bilancio in pareggio, le “nuove risorse” di Barbara, il mercato, Dedé, Julio Cesar. In questa settimana tutto quello che riguarda il nostro amato Milan mi riporta, ci riporta lì. A quell’assurda mattina in cui é successa una di quelle cose che non capirò, non capiremo mai. Purtroppo stavolta non è un gol fantasma, non è un campione che parte, non è una finale persa. Abbiamo perso molto molto di più.
Un papà felice, un marito innamorato, un figlio di cui essere orgogliosi, un collega irrinunciabile, un amico anche con uno sguardo, un milanista nell’anima, appassionatissimo di calcio. Come ne sono rimasti pochi. A Claudio non piaceva mettere la faccia in tv, gli piaceva mettere i piedi sul campo. Se possibile sulla palla. Manca a tutti. Il modo in cui il mondo rossonero, la famiglia rossonera, si é stretta attorno a uno dei suoi dimostra quanto affetto si meritasse, si merita e si meriterà. Non solo fino a domani, giorno del suo addio, ma per sempre. E sempre come piaceva a lui, con il suo sorriso, lo stesso di Sofia, la maglia del Milan e un pallone tra i piedi. Come ce l’ha sempre avuto lui.
Voglio pensare che la vittoria di sabato sotto la pioggia di Verona sia figlia di un dolore inimagginabile. Impossibile da lenire con un gol. Ma quel gol l’ha fatto Montolivo, il suo preferito di questo Milan. Il più vicino al numero 10 che lui amava tanto. Perchè sentiva suo. Montolivo è il piú vicino al modello di giocatore che ha sempre idealizzato Claudio. Testa, cuore, corsa, piedi. Perchè lui era cosí. In campo e fuori. Lo diremo a Sofia che purtroppo non potrà crescere col suo papà, ma potrà vantarsi di esserne figlia.
Di fronte a questo tutto il resto non importa niente. Posso scrivervi che Julio Cesar non lo voglio e non ci serve visto che abbiamo già un Super Abbiati a cui basta rinnovare il contratto. Posso dirvi che Dedè era già stato opzionato un anno fa e che arriva alla stessa età e stesso prezzo di Thiago. Posso ricordarvi che il PSG dei fenomeni e dei milioni qatarioti ha fatto 2 a 2 in casa contro il Barça di mezzo Messi, mentre noi li abbiamo battuti a S. Siro 2 a 0 e quella sera di gioia non ce la toglie nessuno. Posso segnalarvi che domenica a Firenze può andar bene anche un pari e che il Napoli ha un calendario piú facile del nostro. Ma contemporaneamente posso sottolinearvi che anche il terzo posto sarebbe un gran successo per chi era penultimo in classifica. Posso ribadirvi che Galliani in un’estate infuocata ha portato il bilancio da -60 milioni a zero e la squadra ha mantenuto la stessa posizione in classifica dell’anno scorso con un’età media e un monte ingaggi dimezzato.
Ma di tutte queste cose parleremo nelle prossime puntate, ora l’unica che mi viene da scrivere è che farò di tutto, per quanto mi sarà possibile, per ricordare un amico che ha iniziato con me a fare questo lavoro e che in campo mi ha sempre dato sonore lezioni. A maggio faremo un torneo di calcio con tutti gli amici, i colleghi e chiunque voglia ricordare Claudio. E lo faremo tutti gli anni, anche se qualche giorno fa proprio lui mi aveva detto scherzando: “Ma non é ora che smetti di giocare…“. No, Cla, non smetto, mi hai insegnato tu che nella vita non bisogna mai smettere di giocare, scherzare, ridere e divertirsi. E so che da lassú, domani, riderai felice quando ci vedrai tutti lì per te.