È un’Italia che non vince ma convince quella che esce da Ginevra con un 2-2 al Brasile. La squadra di Prandelli ha tenuto il pallino del gioco praticamente per l’intero match, tanto che i verdeoro sono riusciti ad andare a segno nelle uniche due sortite offensive degne di nota del match. Che la partita sarebbe stata di quelle da ricordare si vede sin dal 2’, quando Giaccherini impegna seriamente Julio Cesar in uno dei tanti interventi a cui è stato costretto stasera l’estremo difensore brasiliano.
Un risultato, dunque, che possiamo ritenere abbastanza bugiardo, in quanto la formazione guidata da Prandelli ha quasi dominato un Brasile in palese difficoltà, molto lontano da un’identità di squadra e che ha affrontato la sfida con un piglio molto “italiano”, contro un Italia molto brasiliana, che ha certamente ben figurato in fase offensiva. L’unico grande neo è stato, appunto, l’incapacità di finalizzare l’enorme mole di gioco prodotta nel corso dell’intero primo tempo.
La ripresa ha, invece, visto l’immediato uno-due degli azzurri, con i gol di De Rossi e la magia di Balotelli, e una compagine alla continua ricerca del gol vittoria, che, anche per merito di un grande Julio Cesar, non è arrivato. Prandelli, in ogni caso, non può che trarre indicazioni soddisfacenti. Ma veniamo al dettaglio della prestazione dei calciatori rossoneri impiegati dall’ex tecnico della Fiorentina per questa amichevole di lusso.
Cominciamo da colui che forse si è “visto” meno degli altri, Riccardo Montolivo. Prestazione sufficiente la sua, anche se da lui ci si aspetta sempre qualcosa in più. Il centrocampista rossonero non si è fatto vedere molto in fase di impostazione, lasciando quest’onere a Pirlo, soprattutto perché il ruolo in cui Prandelli lo ha impiegato richiedeva molto sacrificio. Montolivo, pertanto, si è concentrato per lo più sulla fase di contenimento, ottenendo comunque dei buoni risultati.
Prova piuttosto anonima, invece, quella di Stephan El Shaarawy, il quale, a differenza dei suoi compagni, ha avuto la metà del tempo per mettersi in mostra. La Nazionale di Prandelli, inoltre, nella seconda frazione di gioco ha preferito impostare la maggior parte delle azioni offensive sul binario di destra, dove ha operato un redivivo Cerci. La corsia di sinistra, composta interamente da rossoneri, si è comunque dimostrata abbastanza compatta e il Faraone ha operato in tranquillità con la collaborazione dei compagni di club De Sciglio e Montolivo. Certo è che da lui ci si aspetta sempre lo spunto decisivo.
Di tutt’altro spessore la prova di Mario Balotelli, che nel primo tempo ha cercato di farsi vedere il più possibile nella manovra offensiva azzurra, giocando molto bene spalle alla porta e provando il tiro in più di un’occasione, rendendosi anche abbastanza pericoloso. Una prestazione ben oltre la sufficienza, impreziosita dal gol capolavoro che ha regalato il pareggio agli azzurri, un tiro a giro da oltre venti metri che si è stampato sotto la traversa non lasciando scampo a Julio Cesar. Il “bad boy” è in uno stato di forma eccezionale e speriamo lo mantenga per il rush finale del campionato.
Ottima anche la prova di Mattia De Sciglio. Il giovane rossonero, pur limitato nella fase di spinta da un funambolo come Dani Alves, si è proposto quando ha potuto in avanti e ha interpretato egregiamente la fase difensiva, mostrando una personalità da veterano, anticipando più volte le velocissime mezze punte carioca e compiendo chiusure difensive a dir poco sontuose. Nel suo unico piccolissimo svarione, l’Italia ha subito il primo gol, quando si è lasciato sfuggire un po’ colpevolmente Fred, tutto libero di calciare sul secondo palo. Poco male, di fronte a una prestazione che consacra ancora di più il duttile terzino rossonero, capace di interpretare ogni ruolo della difesa come se avesse il doppio degli anni che si porta sul suo ancora giovanissimo groppone.