I giornali montano casi ad opera d’arte, si sa, però ogni tanto qualcosa di vero c’è. Stephan El Shaarawy ci ha insegnato in questi mesi che una delle sue doti caratteriali è la calma, la serenità nell’affrontare le situazioni del campo e quelle strettamente connesse ad esso. Quindi, quando l’indole naturale non riesce a frenare l’istinto, significa che qualcosa nel sangue ribolle più forte del solito.
Ieri, quando Allegri lo ha sostituito, il Faraone gli ha sì stretto la mano, ma poi è filato dritto dritto negli spogliatoi, con un’espressione accigliata e scura. Niente di strano, ha assicurato Allegri a fine gara. Colpa del freddo, e del bisogno di farsi una doccia, gli ha fatto eco Flamini. Probabile che sia così, ma è anche indubbio che quando un attaccante non segna per diverse partite entra in un circolo pericoloso che condiziona tutto, dal quale si libera solo quando riesce a sbloccarsi.
Il gran lavoro sulla fascia inibisce parecchio le sue spinte offensive, e i chilometri che macina sul campo, a lungo andare, lo affaticano, e la stanchezza gli frena energia e resistenza. E’ a secco da quasi un mese, dal derby del 24 febbraio. Sta segnando poco, per gli standard a cui ci aveva abituato. Solo una flessione, diciamo noi. Speriamo finisca presto e torni di nuovo…a cresta alta!