Lazio: perno Hernanes, difesa perforabile

PetkovicStasera serve una partita perfetta. Vincere è troppo importante, in ottica terzo posto, si tratta di uno scontro diretto. La Lazio di Petkovic, davanti a noi di due sole lunghezze, è una compagine aggressiva e pragmatica che può però fare affidamento su facitori di gioco di valore: Ledesma e Hernanes, fulcro della squadra, in possesso di una velocità di pensiero superiore alla norma, di doti balistiche e di fisicità. Dal punto di vista tecnico, emerge anche Candreva, che annovera nel proprio repertorio dinamismo, inclinazione all’inserimento e tecnica di base. Gli aquilotti contano anche sulla spinta di Radu e Lulic, corridori instancabili, capaci di impensierire la retroguardia avversaria con discese e traversoni. E con Marchetti tra i pali, fino ad ora tra gli estremi difensori più in forma della stagione, la porta può ritenersi blindata. Floccari, infine, non va sottovalutato: non è spietato sotto porta quanto Klose, ma sa fare salire la squadra, creare spazi per i compagni e destreggiarsi sulle palle alte.

Filosofia e sviluppo del gioco: Petkovic schiera la Lazio con un duttile 4-1-4-1, capace di mutare in un 4-5-1 o in un 4-3-3, che si focalizza sull’intensità e sul ritmo. Gli esterni correranno come forsennati, assisteremo con regolarità a sovrapposizioni tra i terzini e i centrocampisti di fascia, coordinate dai lanci dei due registi. Imbeccati a dovere, i laterali alterneranno azioni personali a cross e a uno due con il compagno di corsia mirati alla creazione di varchi da sfruttare per l’effettuazione di inserimenti. Tale situazione potrà concretizzarsi grazie al lavoro dei centrocampisti che, poiché in grado di comprendere lo sviluppo delle azioni, sapranno di norma evitare ribaltamenti di fronte. In caso di difficoltà, non esiteranno a verticalizzare per Floccari, per poi sfruttare le seconde palle scaturite dal suo gioco di sponda.

Lacune: i difensori centrali, prestanti dal punto di vista fisico e atletico, non assicurano stabilità a lungo termine: peccano in mobilità e senso della posizione, capita che commettano errori evitabili per via di amnesie e cali di concentrazione. E a centrocampo, l’unico incontrista è Gonzales, dal momento che Hernanes e Ledesma sfiorano soltanto la fase d’interdizione. Ecco quindi che potremo impossessarci della mediana e sfruttare con intelligenza i varchi a disposizione. E’ inoltre fisiologico che, con il trascorrere dei minuti, gli esterni possano perdere di lucidità e abbassare il ritmo.

Come batterli: bisognerà riproporre l’ormai collaudato 4-3-3 di movimento, con Boateng pendolare tra la trequarti e la fascia destra e con tre incontristi a metà campo, factotum Montolivo incluso. Dovremo vincere la battaglia a centrocampo, dal momento che presenteremo un numero maggiore di elementi adibiti alla fase di rottura, rispetto alla Lazio. I tre mediani saranno chiamati a non alzarsi troppo, ma a rimanere in prevalenza bloccati e a raddoppiare il più possibile il portatore di palla avversario, al fine di proteggere i difensori esterni e di garantire solidità e compattezza. Per una questione di equilibrio, anche le punte laterali dovranno ripiegare ed effettuare la fase difensiva. Così facendo, rimanendo corti i rossoneri, la Lazio incontrerà problemi nell’organizzazione delle azioni. E noi, tramite efficaci azioni di rimessa, saremo in dovere di approfittarne e di aggiudicarci la contesa.

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