34 volte Ambro: una vita da rossonero

Massimo Ambrosini nato a Pesaro il 29 Maggio 1977, capitano del Milan dopo il ritiro di Paolo Maldini, una carriera in rossonero senza mai mollare anche quando il destino gli consigliava di cedere, di abbandonare, di appendere i tacchetti al chiodo, troppi infortuni per poter essere titolare nella società rossonera, ma Ambro non ha mai mollato ed è per questo che è il capitano.

Ha iniziato la sua carriera nel Cesena in serie B e dopo il primo anno da professionista è stato subito acquistato dal Milan, a soli diciottanni, scelto da Fabio Capello per costruire un nuovo centrocampo, pur essendo chiuso da giocatori del calibro di Albertini e Desailly il centrocampista pesarese riesce a trovare spazio in tutte le competizioni, dopo i primi due anni in rossonero viene ceduto in prestito al Vicenza dove disputa una eccellente stagione, dopo questa importante esperienza è pronto per tornare al Milan da protagonista.

Con Zaccheroni conquista il suo secondo scudetto, questa volta da protagonista però diventando perno fondamentale della squadra, culminata con la convocazione nella nazionale di Zoff e la sua partecipazione agli Europei del 2000, nelle successive stagioni si presenta sempre come protagonista all’interno del centrocampo rossonero fino al suo primo grande infortunio che lo terrà fuori dal campo per ben 10 mesi.

Ritorna, come sempre, più forte e più motivato di prima, con l’avvento di Ancelotti, il numero 23 conquista la sua prima Champions league ma il suo apporto risulta decisivo soprattutto nella conquista della seconda, dopo essere ritornato a Gennaio da un altro infortunio forma con Pirlo e Gattuso un centrocampo invalicabile e grazie alle sue prestazioni il Milan conquista la finale di Atene e pochi mesi dopo Massimo alza la sua prima coppa da capitano, la Supercoppa europea nella sfida con il Siviglia, la stagione è coronata dalla vittoria del Mondiale per club.

Nella stagione 2009/2010 c’è stato il cambio di fascia, da Maldini ad Ambrosini, un riconoscimento meritato per il centrocampista, un leader silenzioso insomma un capitano perfetto, il degno erede del numero 3, nell’ultima stagione il numero 23 alza al cielo il suo primo scudetto e durante l’estate rinnova il suo contratto per un altra stagione.

A causa dei molti infortuni non è stato perennemente nel giro della nazionale, un centrocampista duttile con il vizio del gol, mai banali e sempre importanti come dimenticare del suo gol di testa, specialità della casa, contro il Psv nella semifinale di Champions league che ci valse un posto in finale.

Auguri Capitano, il nostro augurio è quello di vederti alzare altre coppe!

Gestione cookie