73 minuti di sacrificio e lotta agonistica per poi lasciare spazio a Niang (protagonista dell’azione de raddoppio di Muntari), il fisico e l’intelligenza tattica di Pazzini colpiscono anche il Barcellona. Una notte magica, da vero Milan, da vero Pazzo.
Paziente ad aspettare la palla buona, lucido nell’osservare lo sterile possesso palla del Barça per poi coprire, attento, ogni pallone conquistato, caparbio del dare filo da torcere (rimediando anche una testata) a Puyol e Piqué che mai come ieri sera hanno avuto difficoltà nell’affrontare un attaccante “scomodo”. Un punto di forza importante. Nessuna rivincita con nessuno, zero riferimenti con lo scambio con Cassano all’Inter, che troverà di fronte domenica sera nel derby di San Siro, semplicemente la constatazione di un giocatore magari senza una qualità eccelsa ma con grande quantità, potendo mettere a disposizione del Milan caratteristiche uniche, perché nessuno nel reparto avanzato di Allegri può rifare quello che Pazzini è capace di fare. Manca un vice-Pazzini, anche i suoi compagni con lui si trovano bene e si compensano come caratteristiche: alla fine il prodotto finale è una squadra capace di far sempre male.
Allegri sapeva che con Pazzini recuperato il Barcellona poteva faticare di più e così è successo. E la vittoria del Pazzo, capace di avere un impatto positivo immediato nello spogliatoio (sono tante le dichiarazioni a suo favore di ogni componente della rosa), è palese ed evidente. 27 presenze e 11 gol stagionale, e pensare che per qualcuno è ancora poco… La Champions del Milan ha vissuto una vittoria storica, insieme a Pazzini e al suo contributo importantissimo.