Troppo brutti per essere veri, ma ancora vincenti nel segno di Balo

BalotelliIl solito tempo regalato agli avversari, il solito 2-1 casalingo (il quarto su quattro nel 2013), i soliti dubbi sulla continuità. Milan – Parma di ieri sera non ha portato nulla di nuovo, anzi. I primi 45′ sono stati da film dell’orrore. Macchinosi, lenti, inguardabili. Sembrava essere tornati a settembre-ottobre, sembrava essere ricaduti in quell’incubo da squadra senza un filo logico, senza un’idea, senza la minima concezione di calcio. Il solo Paletta aveva capito che questa per i rossoneri era una gara troppo importante da vincere e ha deciso di segnare la strada per gli altri. Sì, peccato che Paletta aveva la maglia gialloblu. Non a caso, è lo stesso giocatore che nel 2006-2007 faceva parte (senza giocare) della rosa del Liverpool che perse la finale di Atene contro i rossoneri di Ancelotti e che a dicembre 2008 marcava Inzaghi durante quella splendida doppietta al Boca Juniors che ci ha dato l’ultimo trofeo internazionale.

Ora, invece, gioca col Parma e con un tocco sfortunato ha aperto la strada ad una vittoria che, visto il primo tempo, era quantomeno difficile. Una squadra svogliata, poco propositiva, senza lume. Nel bene e nel male, è lo stopper argentino ad ergersi a protagonista dei primi 45′. In apertura il suo piattone a fil di palo spaventa il Milan, che ringrazia al 40′ per la misericordiosa deviazione che beffa Pavarini. Nel mezzo, solo e soltanto gialloblù. Più tonici, più presenti: insomma, più sul pezzo. Valdes taglia e cuce indisturbato, Sansone e Biabiany fanno il vuoto sulle fasce, Amauri pare Bierhoff sulle palle alte. Rispondere non sembra alla portata di questo Diavolo, “azzoppato” dalla scarsa forma di Muntari e dalla luna storta di Boateng. Per Balotelli storie tese con Coda, ma gli unici timidi spunti sgorgano dai suoi piedi. Troppo poco, comunque, per solleticare il Parma, apparentemente invulnerabile. O almeno, fino allo sciagurato autogol che lo punisce oltremodo.

La musica cambia nella ripresa. Col vantaggio in saccoccia è un altro Milan, che ora può scatenare negli spazi i suoi purosangue. Perfino Boateng rinsavisce e per poco non va a segno: a fil di palo il suo appoggio, armato da Balotelli. Già, SuperMario. Indolente, bistrattato, ma capace in ogni momento di illuminare. Gli basta un calcio da fermo: è quello che il Parma gli concede al 78′, trasformato con stordente classe. E’ il sigillo in ceralacca sul match, che premia il ritrovato vigore rossonero. Bojan (subentrato), Constant, Niang: brillano un po’ tutti, ma è Montolivo a prendersi gli applausi. Pavarini gli strozza l’urlo in gola dopo un fendente dai 30 metri, vetta estrema di un secondo tempo a livelli altissimi. Prima dell’epilogo, la rete a tempo scaduto di Sansone, premio (o beffa?) di consolazione ducale. E per il Milan, la 7 giorni d’inferno comincia col piede giusto.

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