Sono giovani, hanno nomi esotici, ma sono italianissimi. In sintesi, “una coppia mai vista”. Cesare Prandelli punta tutto sui ‘nuovi italiani’ Mario Baruwah Balotelli e Stephan El Shaarawy per costruire una nazionale diversa e più moderna, a cominciare dall’amichevole di domani contro l’Olanda. “Questa è l’ora di rischiare, per non farci trovare impreparati quando arriveranno i momenti che contano“, spiega il commissario tecnico azzurro. Quello sul nuovo duo milanista, chiarisce Prandelli, “non è una promessa elettorale“, ma un vero e proprio investimento sul futuro. Così importante da aver spinto il ct a cambiar strada rispetto alle vie percorse all’Europeo “Lì abbiamo valorizzato il centrocampo a quattro – sottolinea -. Ora valorizzeremo due attaccanti moderni, atipici, giovani, diversi da qualsiasi tradizione: se devo guardare indietro, una coppia così non ha paragoni. Perché il calcio cambia, e lo fa rapidamente“.
I vicecampioni d’Europa contro i vicecampioni del Mondo, all’Amsterdam Arena: è il palcoscenico perfetto per un rischia-tutto alla ricerca della consacrazione. Come fu per l’Italia di Lippi nel novembre 2005, l’ultima vittoria in trasferta contro i maestri Orange. Di qui, domani, la scelta di un modulo assai poco di moda nel calcio italiano, lo zemaniano 4-3-3. Il vento giovane di Balotelli ed El Shaarawy sta infatti imponendo una piccola rivoluzione. A quella sociale il ct ha già provveduto da tempo, fino ad esser invitato da Napolitano al Quirinale: lui nei nuovi italiani crede davvero, come dimostra la punzecchiata all’italo-argentino Icardi (“giochiamo tutti alla trasparenza: la maglia azzurra non è un’opportunità professionale, ma una scelta del cuore“). C’è poi anche la rivoluzione ‘tattica’, e Prandelli è ben felice di poter sfruttare allo scopo i due pupilli di genitori stranieri.
L’arrivo di Balotelli l’ha rafforzata al Milan di Allegri, pronto a puntare definitivamente sul 4-3-3; all’inverso, in azzurro è stata l’esplosione del savonese dal nome egiziano ad aprire nuove strade per Prandelli. “El Shaarawy è una seconda punta assolutamente atipica: generosa, disponibile alla copertura e ai rientri, ma al tempo stesso abilissima a farsi trovare pronto per il gol – gongola il ct -. Un attaccante moderno: per un allenatore, un vero tesoro“. Vinciamo a cresta alta, era la scritta che una tifosa ha regalato ad El Shaarawy prima della partenza per Amsterdam. Claim perfetto per questa Italia di Prandelli, se non altro perché l’italo-egiziano è la vera chiave di volta, ancor prima dell’italo-ghanese. “Anche Balotelli è un attaccante moderno: lui può e deve trasformarsi in punta centrale. Non il vecchio numero 9 come lo conoscevamo, ma qualcosa di assolutamente nuovo“. Calcio moderno, dunque, contro quelli che furono i maestri del calcio totale. Van Gaal per l’occasione ha lasciato a casa i grandi nomi – Robben, Sneijder, Van der Vart – “ma il suo è un marchio di gioco indelebile: corsa e attacco, a tutto campo“. Dunque il test giusto per aprire il 2013, l’anno della Confederations.
“Ora conta la prestazione, prima del risultato, che ovviamente è sempre il benvenuto – precisa Prandelli, scongiurando l’ipotesi di un altro altro ko dopo i cinque consecutivi in partite non ufficiali -. Ma ho rivisto più volte la partita con la Francia a novembre: la prestazione era stata ottima, contro una squadra che farà parlare di sé. La strada ora è questa: non possiamo farci trovare impreparati a giugno in Confederations“, conclude, con un occhio alla prova generale del Mondiale. A completare gli esperimenti per una nazionale da ridisegnare, nel freddo di un’Amsterdam innevata, ci sono d’altra parte le assenze. Senza Marchisio, il centrocampo è comunque collaudato con De Rossi, Pirlo e Montolivo. Il terzo della linea offensiva dovrebbe essere Candreva, a meno di ricadute influenzali. In difesa, a parte Astori per l’infortunato Chiellini, i veri test sono per i terzini, la nota dolente della nazionale. Ci provano Abate e Santon, un giovane di ritorno, dopo la falsa partenza di due anni fa. “Ma sulle nostre idee – chiude Prandelli – avevamo cominciato investito a novembre, quando non si parlava ancora di elezioni: non è solo una promessa…“. Quella Prandelli se la riserva per la sua proposta dell’ultima ora, un disco di beneficenza in nome di San Remo. Domani però, sul palcoscenico olandese, ci sono altri voti e altri verdetti.
(Fonte: Francesco Grant per Ansa)