Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, non ci sta: risposta inequivocabile al Milan dopo il caso Paratici.
Il Milan sembrava aver individuato in Fabio Paratici il volto giusto per il ruolo di direttore sportivo. Tuttavia, alla fine la società rossonera ha preferito fare un passo indietro, frenata dalla squalifica ancora pendente sull’ex dirigente della Juventus. Stando ai rumors, nella vicenda avrebbe recitato un ruolo d’antagonista Gabriele Gravina, facendo pressione affinché l’operazione non si concretizzasse. Stamani, proprio il presidente della FIGC è intervenuto per rispondere a tono ad alcune illazioni, lanciando un messaggio netto.
Gravina mette un freno alle voci: parole chiare sul caso Paratici
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, quest’oggi ha parlato ai media presenti al Social Football Summit. Stando alle dichiarazioni raccolte da ‘Calciomercato.com’, il numero uno della Federazione ha risposto in modo inequivocabile anche sul caso Paratici.
Gravina è stato chiaro: “Ho letto che qualcuno ha avvicinato il mio nome a ipotesi di questo tipo (cioè che siano arrivate pressioni per far saltare l’affare o che comunque l’operazione sia sotto la lente d’ingrandimento, ndr). Assolutamente no, il Milan o chiunque può contrattualizzare Paratici, che com’è noto non può operare fino al luglio del 2025. Non può operare, ma non c’è nessuna norma che gli vieti di essere messo sotto contratto”.

Il presidente ha parlato anche dei problemi relativi alle infrastrutture: “Certifichiamo la carenza delle strutture ma ribadiamo la voglia di intervenire. Questo è un ottimo punto di partenza. Vogliamo fare la nostra parte, rispettare il nostro piano industriale. Ci sono attività a livello legislativo che possono agevolare certi percorsi, sono d’accordo con Elio Simonelli. Se anche il Governo condividesse questo percorso, potremmo operare bene”.
Non è mancato il commento di Gravina sui giovani calciatori: “Se iniziamo a considerare davvero il gioco del pallone nella sua reale dimensione, faremmo un grande passo avanti. C’è condivisione da parte di molte società e di molti settori giovanili”.