Christian Pulisic, titolare del Milan e della nazionale statunitense, si è lasciato andare a uno sfogo mai visto prima durante un’intervista a The Athletic, coincisa con il lancio della docuserie su di lui, intitolata Pulisic.
Lo statunitense si è aperto, denunciando alcuni comportamenti per lui gravissimi.
L’americano di Hershey, Pennsylvania, ha denunciato l’esistenza di uno “stigma nei confronti dei giocatori americani” in Europa.
Un pregiudizio che, secondo lui, condiziona le decisioni degli allenatori: “L’ho visto con i miei occhi e mi fa arrabbiare”, ha dichiarato. La docuserie, prodotta da CBS Sports e trasmessa su Paramount+, mira a raccontare la sua storia e migliorare la percezione dei calciatori statunitensi nel calcio europeo.
Pulisic ha parlato anche della controversa “Trump Dance”, il balletto con cui esultò dopo un gol contro la Giamaica a pochi giorni dalle elezioni presidenziali americane. L’attaccante ha ribadito che si trattava di un gesto “divertente e virale” senza alcuna implicazione politica: “Sinceramente non mi sento diverso ora rispetto a quando l’ho fatto. Per me, era una tendenza di ballo virale, quello che ho fatto più volte nella mia carriera. Non era un’affermazione in alcun modo. Chiunque ci veda qualcos’altro non dovrebbe farlo semplicemente perché non c’è altro”.
Sebbene le reazioni non lo abbiano sorpreso, viste le tensioni politiche negli Stati Uniti, ha affermato che la Federcalcio americana non ha mai mostrato alcuna obiezione: “Mi conoscono come persona, ed è così che dovremmo giudicare gli altri”.
L’idea di realizzare la docuserie nasce anche dal desiderio di ispirare la prossima generazione di calciatori americani, soprattutto in vista della Coppa del Mondo 2026 che si giocherà in patria. “Uno dei miei obiettivi più grandi è far crescere il calcio negli Stati Uniti e portarlo a un livello completamente diverso”, ha detto Pulisic, sperando di contribuire a rendere il suo paese uno dei più rispettati al mondo nel panorama calcistico.
Nel documentario emergono dettagli personali e interviste esclusive, con ospiti del livello di Olivier Giroud, Weston McKennie, Jurgen Klopp e Zlatan Ibrahimovic. Quest’ultimo lo ha definito “Capitan America”, sottolineando che nonostante Pulisic preferisca mantenere un basso profilo, il suo talento è ormai cristallino per tutti: “Se non fossi così bravo, non ti chiederemmo niente”.
Anche a livello commerciale, l’arrivo di Pulisic al Milan ha avuto un impatto significativo: la sua maglia rappresenta il 15% delle vendite globali del club, e il numero di utenti statunitensi dell’app ufficiale del Milan è raddoppiato dopo il suo ingaggio.
Quanto alla sua stagione in rossonero, Pulisic preferisce non definirla la migliore, ma sottolinea il suo miglioramento costante: “In ogni area, sto migliorando un po’, che si tratti di concludere, crossare, difendere, crescere tatticamente e capire meglio il gioco. Sento che sto migliorando e diventando molto più forte mentalmente, sapendo che quando i momenti più duri colpiscono, sono in grado di non lasciare che mi influenzino così tanto, rendendo i momenti di meno sicurezza un po’ più brevi. Quindi si tratta semplicemente di coerenza e di prendersi cura di sé”.
This post was last modified on 11 Dicembre 2024 - 15:03