Hakan Calhanoglu ritorna sul trasferimento da una parte all’altra del Naviglio. Le sue parole hanno fatto infuriare i suoi ex tifosi, quelli del Milan.
Andando a cercare alla voce “giocatore rivelazione di questi primi mesi di campionato”, salterebbe sicuramente all’occhio il nome di Tijjani Reijnders. In mezzo al clima incerto che regna tra il popolo rossonero, ma anche a Milanello e nel quartier generale del club, l’olandese è la luce più chiara di questo girone d’andata ormai giunto al termine. L’olandese è sinonimo di tecnica sopraffina e inserimento in zona gol che stanno tenendo a galla il Milan, almeno fino ad ora.
Se l’ex AZ Alkmaar è la sorpresa, una delle grandi certezze, o meglio conferme, dall’annata scorsa, è un giocatore che la casacca rossonera l’ha indossata, neanche troppo tempo fa, seppur sembri passata una vita. Hakan Calhanoglu rimane l’imprescindibilità fatta persona in casa Inter.
Inzaghi, a meno di infortuni, non se ne priva e il turco, fiero e felice della sua avventura nella Milano nerazzurra, ricambia con prestazioni di altissimo livello. Le recenti dichiarazioni del turcomanna a “Il Corriere dello Sport” non sono di certo piaciute alla sponda opposta del Naviglio.
“Non è stato facile passare da Milan a Inter”: Calhanoglu si racconta a ‘Il Corriere dello Sport’
Il centrocampista ha svelato il suo stato d’animo nell’estate 2021, che segnò il passaggio ai nerazzurri:
“Posso dire che l’Inter è stato, innanzitutto, un cambiamento pesante nella mia vita. Perché trasferirsi qui dal Milan non è facile. Ma a me l’Inter era sempre piaciuta, anche in passato. Sin dal primo giorno in nerazzurro, è cominciato un percorso straordinario, che ha segnato la mia carriera e che mi ha fatto diventare il giocatore che sono.”
Calhanoglu ne ha approfittato anche per riassumere i quattro anni (dal 2017 al 2021) trascorsi al Diavolo, con un apprezzamento speciale indirizzato ad un allenatore:
“Al Milan il primo anno è stato difficile, perché venivo da sei mesi di squalifica. Non ero in forma. Poi tutto è migliorato. Credo che tutti mi schierassero perché, fondamentalmente, sono un giocatore di squadra e lavoro sempre per il bene della squadra. Sono sempre stato disponibile a occupare la posizione che mi veniva chiesta, largo a sinistra o trequartista. Peraltro, Giampaolo è stato il primo a schierarmi come regista, in una partita contro l’Udinese, alla prima giornata di campionato. Non abbiamo avuto tanto tempo per stare assieme perché è stato esonerato. Mi è dispiaciuto, perché mi trovavo bene. Apprezzavo le sue idee e Giampaolo mi piaceva come persona. Sono felice che ora sia a Lecce e che stia facendo bene.”
Da qualche anno le strade si sono separate, ma Inter–Milan o Milan–Inter non potrà mai essere una partita come le altre per il numero 20 interista, specialmente per il rapporto con la tifoseria che un tempo era sua.