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Ibrahimovic ha dato l’ufficialità: “Fonseca sarà l’allenatore del Milan”

Zlatan Ibrahimovic parla in conferenza stampa. Lo svedese ha annunciato Paulo Fonseca come prossimo allenatore del Milan.

Oggi è un giorno di grande importanza in casa Milan. Stamani, Zlatan Ibrahimovic ha parlato agli organi d’informazione a margine di una conferenza stampa in quel di Milanello. Lo svedese ha toccato diversi quesiti bollenti in casa rossonera, uno di questi è stato risolto con l’annuncio del nuovo allenatore. Infatti, tramite la chiacchierata formale con i giornalisti, Zlatan ha ufficializzato l’arrivo di Paulo Fonseca.

L’ex allenatore della Roma si è legato al Milan firmando un contratto triennale da 2,5 milioni a stagione. Oltre al tema relativo al nuovo tecnico, Zlatan Ibrahimovic ha trattato anche altre tematiche nel corso della conferenza, tra queste il progetto inerente all’Under 23. Lo svedese ha parlato a tutto tondo del nuovo progetto del Milan in vista della prossima stagione, facendo anche chiarezza sul suo ruolo all’interno della società.

Ibrahimovic annuncia Fonseca

Non contando l’intervista rilasciata ad inizio anno accanto a Gerry Cardinale ad un evento del Financial Times, Zlatan Ibrahimovic quest’oggi ha tenuto la sua prima conferenza stampa nelle vesti di dirigente del Milan. Lo svedese ha presentato la prossima stagione, rispondendo alle domande della stampa.

Ibrahimovic ha iniziato la sua conferenza nel parlare della sua nuova avventura da dirigente rossonero: “In sei mesi da dirigente ho già i capelli grigi, questo significa che stiamo lavorando. Dopo il ritiro,  hai un’altra libertà di fare le cose. Ho due figli, sono stato lontano tanto dalla famiglia. Ho recuperato tempo insieme, poi mi è arrivata la chiamata di Giorgio Furlani. Non non sapevo nulla, era tutto nuovo per me. Siamo andati avanti, ho avuto il primo incontro con Gerry Cardinale e mi ha proposto di tornare al Milan tramite RedBird. Gli ho detto: ‘Se devo tornare al Milan, deve essere un progetto vincente’. E lui mi ha risposto: ‘Benvenuto’. Ora passo per passo”. 

Zlatan Ibrahimovic in conferenza stampa – (LaPresse) SpazioMilan.it

Ibra ha ribadito su Gerry Cardinale: “Abbiamo parlato tanto prima di iniziare questa nuova avventura al Milan. L’ho conosciuto, abbiamo gli stessi pensieri. Lui è un vincente, ha grandi ambizioni non solo per il presente. Lavoriamo con intelligenza, io sono qui da 6 mesi, ma tutto è iniziato da due anni con grande ambizione”.

Zlatan ha fatto chiarezza sul suo ruolo: “Sono operating partner di RedBird, mi occupo del Milan. Lavoro molto vicino a Cardinale, sono a stretto contatto con Moncada e Furlani. Sono presente a Milanello e a Casa Milan. Ma non è un one man show, tutti fanno la loro parte. Questa è una squadra”.

Ibra ha parlato anche degli obiettivi rossoneri: “Lo scopo è quello di rinforzare la squadra e farla diventare ancora più forte per essere competitivi. Il Milan punta ai trofei, non solo in Italia ma in Europa. Lo dice la storia del club. Dal 2011 al 2023 il Milan non è stato Milan, ora è tornato al top. Bisogna avere ambizioni nel lungo termine: il Milan non vince, fa la storia. Questa è la differenza tra noi e gli altri. E chi arriva deve avere le stesse ambizioni. Chi è qui, e non ha queste ambizioni, deve lasciare spazio. Quest’anno siamo arrivati secondi, siamo d’accordo coi tifosi. Non siamo soddisfatti, vogliamo fare di più. Stiamo facendo valutazioni, non ci sono limiti, vogliamo migliorare ed essere più forti di quanto siamo oggi”.

Ibrahimovic si è mostrato ottimista per il futuro: “Sono molto positivo. Abbiamo un gruppo di dirigenti giovani e affamati, vogliono fare la differenza. Abbiamo le nostre idee e strategie. Perdere una partita non significa cambiare tutto: siamo molto fiduciosi, tutto è sotto controllo e stiamo seguendo la nostra strategia. Il futuro è positivo, ognuno lavora per il Milan e non a livello personale. Non farò promesse che non posso fare, non mi interessano nemmeno le telecamere. Vogliamo dimostrare che si lavora tutti i giorni, non siamo un podcast o un talk show. Oggi si comunica”.

In seguito, Zlatan Ibrahimovic ha ufficializzato l’arrivo in rossonero di Paulo Fonseca: “Prima di tutto voglio ringraziare Stefano Pioli a nome di tutta la società. L’ho avuto anche come giocatore e ha fatto la storia di questo club, merita tutti i complimenti. Il nuovo allenatore sarà Paulo Fonseca. Abbiamo pensato bene a riguardo, lo abbiamo scelto per la sua identità di gioco. Volevamo portare qualcosa di nuovo dopo cinque anni in campo e anche a San Siro. Con questi giocatori, Fonseca è l’uomo giusto. Siamo molto fiduciosi e crediamo in lui”.

Su Zirkzee: “In passato i miei colleghi hanno fatto un grande mercato ponendo delle buone  basi. Questo mercato sarà di dettagli per completare ciò che manca alla squadra. C’è bisogno di un numero 9 per colmare il vuoto di Giroud. Zirkzee è un giocatore forte, non è un segreto. Ha fatto una grande stagione. Mi somiglia? Non mi piacciono i paragoni, sicuramente gioca bene e arriva dalla scuola olandese come me”.

Ibra ha sottolineato sugli obiettivi per la prossima stagione: “Seconda stella? Non sarei entrato al Milan senza un progetto con queste ambizioni. L’obiettivo è vincere: tutto ciò che facciamo è per costruire una squadra competitiva che vinca trofei. Siamo qua per fare la storia. Abbiamo obiettivi prefissati, ma inseriti in una strategia ben precisa. Vogliamo fare le cose con intelligenza come fatto fino adesso. Non mostreremo muscoli spendendo più di tutti, perché non sarebbe la realtà. Pensiamo ad ampio raggio, ma non solo in Italia, anche in Europa. Abbiamo anche un progetto dell’Under 23, sarà molto importante per noi: vogliamo collegarla alla prima squadra. E Fonseca dà la possibilità ai giovani di emergere”.

Ibra ha poi riparlato del suo ruolo in dirigenza: “Mi devo abituare che non sono più un calciatore: forse devo essere più ‘cattivo’, perché lavoro per il bene del Milan. Posso dare esperienza, ho giocato nei top club europei. E da ex giocatore so come si muovono i giocatori. Essere calciatore e dirigente sono però cose diverse. Ho bravi colleghi che mi aiutano”.

Su Fonseca: “Prima abbiamo studiato il profilo dell’allenatore anche sotto il punto di vista del gioco. Quando abbiamo parlato faccia a faccia con Fonseca, ci ha convinto perché è molto ambizioso e ha tanta voglia di lavorare. Il Milan ha un allenatore, non un manager. Con Conte non abbiamo discusso perché, con grande rispetto, non era ciò che cercavamo per i criteri che abbiamo adottato”.

Sulla riqualificazione di San Siro: “Cardinale vuole portare qualcosa di nuovo e l’idea sullo stadio per me è geniale. Serve l’effetto ‘wow’: gli americani sanno come si fa riguardo allo spettacolo. Se siamo lontani o meno sulla questione dovete chiedere a Furlani”.

Poi, Ibrahimovic ha voluto rassicurare i tifosi rossoneri sul futuro dei diversi big in rosa: “Maignan, Theo e Leao restano. Sono i più forti nei loro ruoli, hanno un contratto con noi e ne sono felice. Grazie al lavoro RedBird possiamo comprare giocatori forti, la società ha già portato 12 giocatori mettendo la base per il futuro. Questo è il secondo anno, dobbiamo migliorare attraverso i dettagli. Il mercato è tutti i giorni, abbiamo un sistema di scouting in tutto il mondo e tutti i giorni. Arrivano mille telefonate, poi per chiudere un acquisto serve un processo. Ciò che guardiamo è il profilo, deve sposarsi con le nostre idee”.

Sogno Champions League da dirigente del Milan: “Voglio vincere il più possibile. Al Milan hai la possibilità di vincere tutto, ma questa non vuole essere una rivincita per me. Voglio fare la differenza entrando in una piazza dove ho la possibilità di vincere con le mie idee, la mia visione, insieme al club. Ricomincio da zero, non conta essere stato un calciatore. Lavoriamo per fare la storia”.

Ibra ha parlato anche di Camarda: “A questa età è molto talentuoso, è il futuro del Milan e non deve avere troppe responsabilità su di sé. Lo vogliamo proteggere. Lui ha tanta fame, vuole migliorare. Dobbiamo fare passo per passo, è arrivato dalle giovanili ed è affacciato alla prima squadra. Un club come il Milan deve avere un’academy di profili che possano arrivare in prima squadra. Per me esce troppo poco per le possibilità che abbiamo: ecco spiegato il progetto dell’U23. Il gap dalla Primavera alla prima squadra è troppo grande: Camarda deve ancora crescere fisicamente, è normale. L’U23 permette di entrare gradualmente nel mondo adulto. Camarda non ha ancora iniziato: il nostro compito sarà portarlo in prima squadra come tanti altri”. 

This post was last modified on 13 Giugno 2024 - 22:29

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Published by
Nunzio Marrazzo