La posizione dell’ex attaccante, ora consulente personale del presidente Cardinale, criticata. Parole dure ma concrete del giornalista.
La stagione del Milan si è conclusa in un clima tutt’altro che sereno: le ultime partite infatti sono state caratterizzata dalla dura contestazione dei supporters rossoneri nei confronti della società rea di aver avuto una comunicazione e delle aspirazioni ritenute dai tifosi non in linea con il blasone del club.
Tutto ha inizio con il famoso ”nopetegui” ossia il dissenso, dei tifosi rossoneri, verso il possibile ingaggio del tecnico Lopetegui a partire dalla prossima annata. Non sappiamo se questo fattore sia stato decisivo ma la trattativa con l’allenatore spagnolo è stata interrotta con i rossoneri che, probabilmente, vireranno su Paulo Fonseca.
I tifosi invocavano il nome di Conte, un nome mai preso in considerazione dal club per sostituire Pioli con il tecnico salentino in procinto di firmare con il Napoli.
Al centro della bufera è finita la società rossonera, dal presidente Cardinale ai dirigenti Moncada, Furlani ed anche Zlatan Ibrahimovic.
Lo svedese ha assunto da diversi mesi la qualifica di consulente personale del presidente ma sul suo ruolo e sul suo operato si è interrogato il giornalista Giuseppe Pastore.
Pastore:”Che ci sta a fare Ibra”, le perplessità sul suo ruolo
Intervenuto nel corso del podcast di Cronache di Spogliatoio ”La Fontana di Trevi”, il giornalista ha posto un quesito e un analisi difficilmente non condivisibile:”Ed allora Ibrahimovic che ci sta fare al Milan? E’ arrivato a gennaio, non è chiaro il suo ruolo. Va detto che Ibrahimovic alimenta questa confusione, perché tutto fa, tutto pubblica attraverso i suoi canali tranne un’adesione ad un progetto. E questo, con tutto il rispetto parlando, Ibrahimovic non ha una carriera da dirigente, quindi è normale che non sappia come muoversi. Qualcuno doveva affiancargli dei dirigenti, come successo con Maldini, come successo con tutti i dirigenti. La risposta che arriva dal Milan è che Ibrahimovic non è un dipendente del Milan. E’ un modo di rimbalzarsi le responsabilità finché arriverà un momento in cui i nodi verranno al pettine.”
Considerazioni che possiamo definire corrette, il Milan appare in uno stato di confusione e non solo per quanto riguarda la scelta del nuovo tecnico. Appare difficile capire, ad oggi, chi ci sia realmente dietro le scelte relative alla parte sportiva dei rossoneri.
Ibrahimovic può rappresentare ”l’uomo di campo” a cui affidare la gestione dell’area tecnica così come fatto con Maldini in passato ma è necessario che anch’egli abbia modo di capire come svolgere il proprio compito.