Il Diavolo sta attraversando un momento davvero delicato e non tardano le critiche sulla dirigenza rossonera.
Non poteva andare peggio la settimana del Milan. Eliminazione in Europa League a Roma e sconfitta nel derby che consegna la seconda stella all’Inter. Sarà ancora una volta un’annata senza trofei quella dei rossoneri che sono pronti a guardare al futuro. Stefano Pioli andrà via, come riportato da Fabrizio Romano negli scorsi giorni, perciò la dirigenza dovrà essere capace di individuare il successore ideale per portare avanti il progetto.
Sono ore difficili per tutto l’ambiente Milan. I risultati di questa settimana vanno a mettere in ombra tutto ciò che la squadra aveva fatto vedere in questo 2024. Rafa Leao e Stefano Pioli sono spesso i bersagli preferiti della critica ma non questa volta. La stagione rossonera non ha ormai più nulla da dire e perciò arrivato il momento di tirare le somme in vista del prossima anno. Nessuno viene risparmiato e nel ciclone del giudizio ci è finita anche la dirigenza rossonera.
“Fa specie vedere che non è più lì chi capisce di calcio”
A dirlo è uno che il Milan lo respira: Ariedo Braida. Infatti, il friulano è stato nella dirigenza rossonera per 27 anni. Nel 1986 infatti fu nominato direttore sportivo mentre dal 2002 al 2013 fu direttore generale della società. Insomma, se ne intende sia di questioni legate al campo che a tutte quelle dinamiche a cui un dirigente sportivo deve prestare attenzione. Riguardo al ruolo, l’ex calciatore del Palermo ha dichiarato a La Stampa: “Il bravo dirigente non si vede soltanto d”estate o a gennaio. Ma tutto l’anno. Deve avere le antenne sempre dritte per capire le problematiche di tutti“. A fare clamore sono però le sue affermazioni riguardo il Front Office del Diavolo.
L’ex dirigente del Milan ha infatti commentato così la scelta di allontanare Paolo Maldini dalla società: “Posso valutare da fuori perché non conosco le dinamiche interne. Paolo, con Massara, era diventato un punto di riferimento. Rappresenta la storia del Milan. Sembrano fattori impalpabili, invece sono questioni chiave. Fa specie vedere che non è più lì chi capisce di calcio“. Un’entrata a gamba tesa sulla decisione di Gerry Cardinale su chi tenere in dirigenza.
Cardinale ha in mente un grande progetto per portare i rossoneri di nuovo in alto. Ariedo Braida non ha paura di esporsi sostenendo che non è qualità della dirigenza la competenza calcistica. Solo il tempo dirà chi ha ragione.